La Brexit strategy italiana

Le lezioni inglesi non sono finite per governance d'impresa e bancaria

Giulio Sapelli
La migliore cosa che dovremmo fare è rendere veramente efficaci, anche sul piano della cultura di impresa, quegli input che sono venuti dalla legge di common law ma che per imprese e banche sono rimaste sostanzialmente lettera morta perché convivono tuttora con vecchie norme di senso diverso.

Il distacco del Regno Unito dall’Unione europea ricorda all’Italia quello che gli inglesi le hanno lasciato. L’apporto buono degli inglesi è arrivato anche dal punto di vista della governance di impresa, con la legge 231, e con l’introduzione dei meccanismi di compliance nelle banche. Sono le regole che ci hanno fatto fare un passo avanti. E sono quelle che poi noi non abbiamo continuato ma l’Italia deve proseguire su quel tracciato. Però non mi sembra che le cose si realizzino in questo senso. La migliore cosa che dovremmo fare è rendere veramente efficaci, anche sul piano della cultura di impresa, quegli input che sono venuti dalla legge di common law ma che per imprese e banche sono rimaste sostanzialmente lettera morta perché convivono tuttora con vecchie norme di senso diverso. Questo è l’apporto imperituro e universalistico dell’Inghilterra che per noi deve diventare forma comune.

 

Giulio Sapelli (Università statale di Milano)

 

 

 

 

 

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