Di cosa parlare stasera a cena

La cena delle nomine europee

Giuseppe De Filippi

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Indicazioni europee in corso, con il metodo del consiglio informale per preparare i nomi da sottoporre al voto parlamentare. Giorgia Meloni tratta e dialoga, tra inchieste che mostrano all’Europa slogan e atteggiamenti da fascisti vecchio stile dei ragazzi della sua gioventù di partito (espulsioni e cambio di indirizzo politico e culturale sarebbero comunque opportuni, a prescindere da inchieste e telecamere nascoste) e autorevolezza conquistata con le scelte rigorose in politica internazionale e con la partecipazione solida e convinta al gruppo di sostegno all’Ucraina. Ursula von der Leyen è accusata su Politico di aver rallentato la pubblicazione di un rapporto sul controllo dell’informazione in Italia, sul quale forse ci sarebbe da fare un bel po’ di tara, e anche questa vicenda va a influenzare la capacità negoziale di Meloni. Ma in Ue si è visto di peggio e sia Meloni sia von der Leyen hanno strumenti per uscire fuori con risultato pieno o quasi da questo confronto.

  

Ma il segnale politico più forte lo dà Antonio Tajani, come esponente di peso del Ppe, quando chiede di dare ascolto al gruppo dei conservatori in alternativa all’influenza squilibrata a vantaggio dei verdi

  

Le tre "cose" principali di oggi

 

Fatto #1

Giancarlo Giorgetti (per completare il quadro con la Lega) dà una mano perché si prepara ad ascoltare Bruxelles sui conti pubblici senza polemiche e, anzi, con spirito positivo

 

Fatto #2

Anche questo è quasi un atto dovuto, certo, ma è anche un segno di attenzione per l’Italia e di ammorbidimento di certe rigidezze della commissione uscente

 

Fatto #3

Jens Stoltenberg a New York incontra Joe Biden e parla degli impegni della Nato a sostegno dell’Ucraina. Dice, con franchezza totale e mettendo in chiaro la questione di fondo del confronto verso Est, che la Cina dovrà pagare per l’appoggio alla Russia.

 

E le visite di Vladimir Putin, in Corea del Nord, in cerca, tra l’altro, di munizioni

 

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