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DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Berlusconi ruba la scena a Meloni

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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Silvio Berlusconi al centro della giornata politica per la doppia uscita sulle riforme istituzionali, con l’appoggio pieno all’elezione diretta del presidente della Repubblica (per il presidenzialismo vero e proprio servirebbero poi altre modifiche, assai più complesse e da valutare con molta attenzione) e il corollario della necessità, con la legge approvata, delle dimissioni di Sergio Mattarella. Le questioni istituzionali di solito sono considerate noiose e non scaldano l’opinione pubblica (tendenzialmente, però, prudente, anche per modifiche meno travolgenti), ma questa volta si è accesa un’attenzione speciale, perché il coinvolgimento del Quirinale, qui ed ora, ha fatto percepire qualcosa di più rispetto a una delle tante proposte di innovazione costituzionale, qualcosa come un progetto politico con un accordo all’interno del centro destra. L’elezione diretta del presidente della Repubblica sarebbe un cambiamento da governare e controllare con molta attenzione, esattamente il contrario di un tema da campagna elettorale, in più sgangherata come questa. La polarizzazione che stava affermandosi tra Enrico Letta e Giorgia Meloni ha ceduto subito il passo ad altre diadi, con Carlo Calenda che, partendo da una posizione minoritaria, doveva twittare durissimo per entrare in partita, come anti-Berlusconi, al posto di Letta. Per un giorno almeno al protagonismo dimesso di Meloni è subentrato il protagonismo esuberante di Berlusconi.

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Colpito a New York a coltellate, durante un incontro pubblico, Salman Rushdie

Fatto #2

Adesso però state buoni, anche ai soviet si doveva associare l’elettrificazione e da soli non sarebbero bastati e sulla spazzatura a languire nelle strade si gioca una partita di credibilità non a Bologna ma a Roma e le persone serie sanno che è una partita lunga, almeno tre anni, e difficile. La lite strisciante nel Pd è ingigantita, evidentemente, da questioni personali, ma dall’intelligente Goffredo Bettini e dall’ottimo presidente della regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ci possiamo aspettare che la buona scuola politica frequentata dia modo di superare le antipatie e lavorare davvero insieme. In ogni caso, se volevate vitalità e vis polemica anche nel Pd, eccovi serviti. E altre cose importanti su cui in campagna elettorale ci dovrebbe scontrare (e sarebbe bene che gli elettori sapessero). Cambiare i modi di interazione con l’Ue è più di una riforma istituzionale. Nel centrodestra, invece, arriva l’accordo sulle elezioni siciliane, con la soddisfazione per la richiesta della candidatura da parte di Forza Italia, non a Stefania Prestigiacomo (su cui c’era un veto di FdI per una iniziativa di solidarietà a una nave di migranti ai quali veniva impedito lo sbarco) ma a Renato Schifani. Un nome della primissima Forza Italia. In Lombardia ci riprova Attilio Fontana

Fatto #3

In ritardo, ma si comincia a integrare davvero la rete europea della distribuzione del gas e così si valorizza la notevole disponibilità di rigassificatori della Spagna. Per l’Italia c’è anche una forma di concorrenza o di stimolo, perché il progetto di diventare hub del gas in Europa viene messo in discussione

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