di cosa parlare stasera a cena

Onore e lodi alla ministra Cartabia

Giuseppe De FiIippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Onore e lodi alla ministra Marta Cartabia per aver impostato e condotto quasi a termine, si vedrà con certezza stasera, la riforma della giustizia, cioè l’atto legislativo sempre richiesto e sempre fallito e a causa del quale spesso, in passato, sono state frantumate carriere politiche e sono state messe in difficoltà anche la vita privata e i rapporti personali. Sì, ci sono stati i distinguo dei partiti e c’è stata la penosa corsa a inserire reati tra quelli per i quali non si applica in pieno la riforma. La solita lista, con i reati dei mafiosi e quelli dei terroristi in testa, ai quali poi si tentano di attaccare anche altre fattispecie, sia pure mal definite. Uno squallido tentativo, nel complesso, per darsi un tono rispetto al proprio elettorato (sempre presunto, eh) e rispetto a qualche temuto commentatore di riferimento. Mosse che mostrano anche la scarsa fiducia che si nutre nella possibilità di far davvero, e finalmente, funzionare la giustizia italiana. Con toni simili a quelli, sempre da apocalissi, usati, invece, dal Csm, con la solita, minacciosa, litania sulle novità che andrebbero a bloccare decine di migliaia di processi e a farli decadere prima del giudizio. Un po’ c’è malafede e un po’ c’è, a essere buoni, una specie di pessimismo assoluto, per cui mentre i magistrati riconoscono che la macchina giudiziaria, nel complesso del paese (perché ci sono eccezioni in cui invece le cose, guarda un po’, funzionano), non riesce a rispettare i tempi e i modi di una giurisdizione amministrata in modo rispettoso della costituzione e dei diritti e degli interessi di tutti, nello stesso tempo usano questa gravissima condizione per bloccare ogni tentativo di riforma. Come dire: non funziona ma lasciatela così altrimenti chissà che succede dopo.

Su tutto questo, come è noto, pesa, da alcuni giorni, la definizione di tempi certo per l’approvazione della riforma da parte di Mario Draghi. Il governo è in grado di porre un ultimatum e, con una certa disponibilità al dialogo ma anche con fermezza, la scadenza è arrivata oggi. Stasera a cena probabilmente sarete già in grado di commentare l’approvazione della riforma in consiglio dei ministri. Poi tocca alla camera, ma ben probabile è che si chiuda con la questione di fiducia.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

La giustizia, assieme alla decisione sul decreto con cui si stabiliranno le regole sul green pass, sta assorbendo tutto l’impegno e tutta la capacità di azione politica del governo, cioè di Draghi. Della riforma giudiziaria, più o meno, abbiamo capito quale può essere il cammino verso l’approvazione. Mentre si sceglie, malgrado le parole di ieri di Sergio Mattarella, il terreno del certificato vaccinale e del suo uso per creare occasioni visibili di scontro in parlamento e farne oggetto di propaganda. L’iniziativa, per scatenare la gazzarra col tentativo di bloccare i lavori in aula, è di Fratelli d’Italia. Però tarda la legge sulla concorrenza, ma forse non c’è bisogno, ora, di troppo zelo. E la concorrenza, però, fa miracoli e dà modo a Pierluigi Bersani di esercitarsi nella sua costante fronda a Draghi con argomenti finalmente non solo polemici ma anche fondati (è un Bersani che si ricorda di quello che era Bersani nei governi di Romano Prodi)

E poi non c’è solo la concorrenza, perché sembra un po’ in ombra perfino la legge Zan

 

Fatto #2

Le manifestazioni contro i vaccini, contro il green pass, contro tutto, non hanno raccolto adesioni rilevanti. Pochi i partecipanti, molto meno delle attese. Resta però, come caso politico e anche giudiziario, l’intimidazione in stile parafascista sotto casa del sindaco di Pesaro Matteo Ricci, mentre nell’abitazione erano presenti sua moglie e sua figlia. Non può essere tollerata una cosa del genere e non si capisce dove fossero e perché non siano intervenute le forze di polizia

e alcuni dei tanti interventi sulla vaccinazione e il lavoro sensati e ben argomentati e che, perciò, non fanno notizia né determinano deliranti dibattiti, ma almeno salvano la reputazione della filosofia

e il povero Anthony Fauci, travisato, tradito e sbattuto in prima pagine a uso della disinformazione italiana. Lui, intanto, cerca di spiegarsi meglio. Speriamo bene stavolta

 

Fatto #3

Cominciano a rivedersi mascherine obbligatorie all’esterno, e qui siamo proprio al confine con l’Italia

 

Oggi in pillole

 

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