(foto LaPresse)

Di cosa parlare stasera a cena

La gnagnera sul nuovo dpcm e i possibili sindaci di Roma e Napoli

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Sul Foglio la chiamiamo gnagnera, è quell’atteggiamento tra il lamentoso e il saputello con cui si finisce sempre per avere qualcosa da ridire, ma non qualcosa di forte e chiaro, semmai una mezza critica, qualche insinuazione morbida, tanto benaltrismo. Con le nuore regole per la convivenza durante questa fase della pandemia la gnagnera ha ripreso a diffondersi. Le chiacchiere del bar (perché i bar sono aperti e ci si può entrare) sono convergenti con quelle dei social, in una specie di iper conformismo dove vengono a coincidere i due livelli più bassi della comunicazione e dello scambio di idee. Tutti si lamenticchiano, per qualche orario da rispettare, tanti si indignano, per la banale richiesta di indossare una mascherina e stare un po’ lontani  e c’è un’ansia di calcetto e basket che forse sarebbe risolvibile, magari con una matura trattativa tra gestori degli impianti e autorità sanitarie. Insomma, servirebbe un po’ di serenità nelle reazioni e nelle valutazioni. Meno battute, tanto le abbiamo esaurite tutte in primavera-estate e riciclarle ora fa solo malinconia. Anche il giochino dell’analisi puntuta sui numeri dei possibili divieti è puerile e scocciante, e perché 30  e non 31 e così via annoiandosi. Poi servirebbe misura anche nell’abuso di paragoni con la Ddr solo perché il ministro Roberto Speranza ha fanno notare che non si devono fare feste in casa con troppa gente. A proposito di Ddr, però, ricordiamoci che il nostro muretto di Berlino, proprio un piccolo muretto a secco che si smonta con mezz’ora di lavoro, serve a permetterci di riavere, il più presto possibile, tutta la nostra libertà, e che ciò che ci viene chiesto ora in cambio è solo un po’ di comodità e di abitudini quotidiane. Comunque le nuove regole arrivano stasera, cerchiamo tutti di adattare la nostra vita a queste necessità, per far andare il lavoro e l’economia, e lasciamo stare la gnagnera (che è esattamente il contrario di una piacevole conversazione a cena, cioè dell’obiettivo di questa newsletter)

 

Quindi sposatevi tranquillamente, ma in pochi (e non sarà la fine del mondo, la festa la rinviate di un annetto, così il matrimonio sarà anche un po’ testato e quindi più credibile)

Anche la Francia si prepara a un’ulteriore stretta sulla vita sociale

 

cose vergognose che succedono al parlamento italiano

questo è il professor Pasquale Mario Bacco e guarda caso c’è la nota Link University a condire il tutto, pochi giorni fa ci aveva pensato Striscia

 

 

Quanto uccide il nuovo coronavirus

seguite Napoli e la politica napoletana, perché il mondo Dema (il partito personale e intestato alle prime lettere del suo cognome del sindaco Luigi De Magistris) è sorprendente. Nasce dema-gogico e soprattutto giustizialista, nel nome dell’anticasta manettaro che è diverso dall’anticasta un po’ straccione dei primi grillini (indignati solo e sempre dallo stipendio dei parlamentari) e nel nome di un eterno plebeismo napoletano, ma poi riesce a trasformarsi in un partito di potere strettamente sovrapponibile all’amministrazione locale di Napoli e questo non è un risultato banale. Tanto da tentare di sopravvivere alla permanenza nel ruolo di sindaco del suo ispiratore, padre e patronimico. Comunque Alessandra Clemente è brava, simpatica e stimata

 

Poi è divertente anche Roma, certo, perché c’è il politicamente scarso Carlo Calenda a esibirsi nella replica della replica dell’errore. Eccolo a innalzare i suoi non ben chiari principi (che sembrano fatti solo di opposizione al governo Conte, con una specie di sopravvalutazione delle proprie e anche delle altrui capacità e importanza). Il Pd a queste condizioni non lo vuole, e dategli torto. Lui, se intende insistere, deve mettere in conto qualche rischio. Che succede se il Pd tira fuori un buon candidato? Perché Calenda pensa di avere un patrimonio politico ma ha solo l’arma minima e deboluccia del buon senso. Non si rende conto che di Calenda, di persone amministrativamente capaci e con qualche conoscenza della macchina pubblica, ce ne sono tanti. E tra quei tanti ce n’è un buon numero con maggiore talento politico. Ne troveranno qualcuno e allora il Calenda indispensabile diventerà uno come tanti. Oppure non lo troveranno. E allora il Foglio ci ricorda che il Pd potrebbe pure fare un po’ di contorsionismo e farsi piacere un Calenda che finirebbe per risolvere un problema immediato (ma a cena dubitate). Ma Calenda, insomma, non aiuta

 

Giuliano Ferrara lo sfruculia

di là c’è Massimo Giletti e altri concorrenti a colpi di talk show

ah c’è anche Vittorio Sgarbi. In quota talk, ma come invitato

pochi giorni ancora e nessuna idea per rovesciare l’andamento della campagna elettorale, cominciano ad arrivare a Trump anche i primi avvertimenti dall’interno del partito repubblicano

arriva monnezza informativa contro i democratici? Diamola a FoxNews che la ricicla e la usa in campagna elettorale (è uno dei modi di operare del campo trumpiano)

C’è una speciale simpatia tra la banca centrale svedese e la teoria dei giochi (chissà forse quel tentativo di codificare le reazioni umane e di incasellarle in base a probabilità e convenienza affascina le menti, cui, per cliché nordico, attribuiamo una certa riluttanza alle decisioni avventate, di cuore, impulsive e una forte preferenza per le scelte razionali e appunto fatte con freddezza), ai cui studiosi sono andati molti recenti riconoscimenti e un buon numero di premi Nobel. Tra cui quest’ultimo, con Paul Milgrom e Robert Wilson premiati per l’applicazione specifica della teoria dei giochi alla conduzione di aste competitive e quindi all’individuazione di utili strumenti per le scelte pubbliche, per le strategie aziendali e per le decisioni individuali

con un fantastico collegamento in cui uno dei vincitori, Milgrom, prende di sorpresa il conduttore di RaiNews (che continua a chiamarlo con il nome dell’altro vincitore, salvo poi parzialmente riprendersi) presentandosi tranquillamente in uno studiolo, grazie ai contatti con Silvia Console Battilana, che è capo azienda della auctionomics, società impegnata proprio nel settore delle aste e quindi vicina agli studi dei due professori vincitori di Nobel

 

il super brillamento che per fortuna non capita al nostro sole

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