foto LaPresse

Di cosa parlare stasera a cena

Il futuro di Renzi e la figuraccia di Salvini a Pontida

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Scoutismo e buona volontà, quelli ci sono, le ragioni politiche e, scusate la parola noiosa, programmatiche della uscita di Matteo Renzi dal Pd per fondare un nuovo partito sono meno chiare. Servirebbe esplicitarle. Qui si ha anche un'impressione, adatta per le chiacchiere a cena, e cioè che Renzi avesse un conto aperto con la propria coscienza e quasi con il proprio destino, un conto che lo impegnava a provare la massima applicazione del suo progetto politico e che quindi gli impediva un sano e tranquillo accomodamento nella corrente liberale del Pd. Che poi queste siano ragioni vincenti per una scelta politica lo vedremo nel futuro.

  

E non basta l'ordinata compilazione di temi fatta sul Foglio da Luigi Marattin per spiegare il ruolo dei nuovi gruppi parlamentari. Tutto giusto, certo, ma sembra un esercizio di stile liberale, un lavoro un po' scolastico con cui si individuano aggiunte di liberalismo nelle politiche tradizionali della sinistra italiana. Suona tutto un po' freddo, poco radicato (se volete usare un'espressione del gergo politico). Sì certo la scuola, il mercato del lavoro, le imprese, tutti mondi in cui un'iniezione di spirito competitivo e meritocratico e di libertà potrebbero essere efficaci. Ma c'è domanda politica di tutto questo? O è una chimera ancora più sfuggente di quella che si chiama centrismo? Insomma, lasciare un partito che comunque ha un 20 per cento minimo di elettorato per fondare una specie di Pri senza Mazzini e senza gli anticlericali non ha un senso politico immediatamente comprensibile. Ma siccome qui non si capisce mai niente e il bello delle chiacchiere a cena è che non impegnano, allora sospendiamo il giudizio.

  

La difesa del progetto Pd fatta da chi è stato più vicino/lontano rispetto a Renzi.

 

Il presidente del Consiglio non la prende molto bene ma neppure malissimo.

  

Grillo, come sempre, con sprazzi di lucidità in discorsi poco organizzati logicamente.

 

Comunque, in altri ambiti politici, rischia di passare inosservata la figuraccia incredibile del senatore Salvini, leader della Lega. Ha mostrato una bambina sul palco di Pontida (e già non ci siamo) parlando di affidi e famiglie private dei loro figli, ma la vicenda della piccola era completamente separata da quelle sulle quali i leghisti stanno da mesi conducendo campagne di odio.

 

Le analogie sono sempre pericolose.

  

Comunque niente sfracelli sul mercato del petrolio.

 

Rimedierà...una figuraccia.

 

Si è parlato tanto di Libra, sembrava dovesse sfondare il mercato dei sistemi di pagamento e la stessa offerta mondiale di moneta. Poi tutto sembra essersi ridimensionato.

 

Trump contro il New York Times per i pezzi sulla vicenda del giudice della corte suprema Brett Kavanaugh. La sfida è aperta e spietata. Il giornale è accusato (non solo da Trump) di non aver scritto, malgrado i cronisti autori dell'inchiesta lo sapessero, che la ragazza indicata come oggetto degli abusi sessuali del giudice durante un festa nel 1983 ha poi detto di non ricordare l'accaduto. Arriveranno altri colpi e altre testimonianze, certamente Trump ha approfittato di questo infortunio giornalistico per scatenarsi contro un'inchiesta in cui il resto è molto accurato.

 

Ciò di cui si parla davvero, forza coi golfini.