Migranti soccorsi dalla nave Diciotti della Guardia Costiera italiana sbarcano a Pozzallo (foto LaPresse)

La battaglia navale di Toninelli e Cristiano Ronaldo alla Juve. Di cosa parlare a cena

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Il ministro Toninelli gioca a battaglia navale, e impegna addirittura un incrociatore, e gioca ai pirati, dicendo che il personale a bordo (del rimorchiatore e non dell'incrociatore, come scritto invece dall'incauto ministro) era messo a rischio dalle persone che aveva salvato in mare. Ora, può anche essere, ma perché qualcuno, dopo aver attraversato un pezzo di Africa, essere transitato per i terribili campi libici, essere stato sbattuto in mare senza capacità autonome di spostarsi, se la prenda proprio con i primi che in tutte queste peripezie lo aiutano e gli offrono una prospettiva di salvezza? Attendiamo ovviamente la testimonianza ufficiale del comandante del rimorchiatore Vos Thalassa.

 


 

Intanto si arrabbia anche Matteo Salvini, che cerca di impedire alla nave Diciotti (che ha preso in consegna i migranti) di attraccare in Italia, ma poi dice che sta ragionando, mentre assicura che eventuali autori di minacce tra i migranti dovranno essere subito consegnati all'autorità giudiziaria. Sembra, insomma, che regni la massima confusione, sia nella conoscenza reale dei fatti sia nei rapporti tra ministri. Provvede quindi un incontro a palazzo Chigi in cui si rivede e si risente anche lui, il presidente del Consiglio, ma a cui non partecipa Salvini.

 

Banchieri italiani che dicono: attenti a quello che fate o finiamo come l'Argentina (fuga di capitali, moneta svalutata, sistema finanziario in tilt, economia bloccata) Argentina?? Paura... La soluzione è restare agganciati all'Europa e alla sua moneta, con tutto ciò che comporta.

  

L'Abi, i banchieri, vi sembrano troppo prevedibili, gente banale, che si spaventa per un argentinetta da niente, e che sarà mai un piccolo default? Se avete gusti forti eccovi Paolo Savona. Ministro-show oggi in Parlamento, sempre sul filo dell'ambiguità: "Mi chiedono se uscire dall'euro, rispondo che se altri decidono allora bisogna essere pronti". Questa è la sua linea costante, per la verità. Savona è convinto che siano i paesi del Nord Europa a voler mandare via l'Italia dalla moneta comune. Solo che invece di contrastare questo piano (fantasioso) fa il possibile per assecondarlo (e così lo rende quasi credibile). Poi un annuncio che sembra una minaccia: "Dopo l'audizione vado da Draghi". A menargli? verrebbe da chiedersi, anche perché Savona aggiunge che non sa se sarà ricevuto. Allora, un ministro non dovrebbe annunciare appuntamenti non sapendo se c'è analoga intenzione dalla controparte (mentre dovrebbe conoscere cosa dice lo statuto della Bce sull'indipendenza e la separazione della politica e dai governi...). Savona vorrebbe convincere Draghi a far cambiare lo statuto della Bce per inserire obiettivi aggiuntivi (oltre al mantenimento della stabilità dei prezzi) con cui fare entrare l'azione della banca centrale in temi di politica economica, oltre che chiedere di esercitare una maggiore pressione sul mercato dei cambi (roba impossibile e senza senso, forse Savona pensa di stare ancora nella Banca d'Italia degli anni Settanta del secolo scorso, e vabbè). Per Filippo Sensi, che era presente all'audizione, quello di Savona è stato il canto del cigno nero. Luciano Capone fa notare il tempismo e i rischi per lo spread. Mentre per i 5 stelle bene ha fatto Savona a sostenere la riforma della Bce e il rilancio degli investimenti (così tanto per dire).

 


 

Questa newsletter ha la passione delle proroghe e quindi dà notizia con entusiasmo dell'avvenuto rinvio al 18 luglio della costituzione delle commissioni bicamerali (che comprendono il Copasir e la vigilanza Rai). La proroga (oggetto della nostra insana passione) è quel momento in cui tutto si acquieta e torna la pace. Parlatene a cena, tra proroghisti e antiproroghisti. Oppure parlatene la prossima volta. Ansia estiva crescente nel mondo Rai, perché questa ulteriore proroga fa slittare anche la individuazione del Cda Rai e quindi vanno ad allungarsi anche i tempi per le future nomine.

 

Virginia Raggi, con una premessa interessante: "Sapete bene che Roma è la capitale", si lancia verso una cabina di regia con vari ministri perché Roma (sempre da ricordare che tale città è la capitale) sia più sostenuta dalle casse pubbliche e possa competere con le altre capitali (perché ciò essa è, appunto la capitale). Dopo aver detto ancora una volta che la colpa della spazzatura nelle strade è della Regione (cosa falsa e che comunque mai lei aveva sostenuto prima, quando invece doveva dare colpe ai sindaci precedenti), se volete cercare la storica affermazione sul fatto che Roma è la capitale andate pure diretti verso l'ultimo minuto di questo delirio a occhi aperti.

 

In un lieve incidente, ma questione di centimetri e non sarebbe stato lieve, George Clooney è stato colpito a un ginocchio e ora ha una ventina di giorni di cure per rimettersi. Ma l'importante è che l'attore era in Sardegna, nella zona tra l'altro più turistica. Ma la cosa che conta è che non era lì per turismo ma per girare una versione cinematografica di Comma 22 (a occhio, senza controllare su Google, si direbbe che non è la prima volta che il libro di Joseph Heller viene usato per un film, ma boh). Anzi, la vera cosa importante è il consiglio, prima che arrivi il film, di leggere Comma 22. Se tutti lo avete letto potrete aprire il dibattito sul mancato successo di tutti i suoi libri pubblicati dopo quel capolavoro di comicità. Però una volta lessi quello sulla successione al potere nel'antico Egitto e ricordo di aver riso molto, chissà.

 

Allora auguri a Clooney, ma sono altre le ginocchia che interessano oggi una grande quantità di italiani, quelle milionarie di Cristiano Ronaldo, ufficialmente juventino. Costato troppo? Beh, il mercato non la pensa così e anzi premia l'investimento.