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Sorelle coraggiose
Le lotte delle “Marianne d'Italia”, ritratte negli scatti di Riccardo Bagnoli
La mostra fotografica curata da Paola Severini Melograni racconta le storie e il percorso di donne capaci di rinnovarsi e spiccare così in più ambiti, offrendo a ognuna di loro uno spazio autonomo e libero
Nonostante il sovranismo imperante, o almeno così si vorrebbe, pare che nessuna più della Marianna di Francia possa simboleggiare il coraggio delle donne italiane. Così succede che l’autonomista Lorenzo Fontana si ritrovi a presenziare alla Camera dei Deputati una mostra fotografica dedicata proprio a “Le Marianne d’Italia” sintesi un po’ spericolata di un’inedita alleanza repubblicana ed europea di stampo italo francese che vede il simbolo della repubblica di Francia sposarsi con il coraggio, l’indipendenza e il carisma della donna italiana oggi. La mostra curata da Paola Severini Melograni si compone di ottanta scatti di Riccardo Bagnoli tra i più rigorosi interpreti della fotografia contemporanea italiana.
Il fotografo e regista fiorentino, collaboratore della prestigiosa rivista Città Milano fondata da Carlo Orsi, è noto per i suoi straordinari ritratti che qui declina totalmente al femminile, cogliendo per ogni soggetto l’intimità di un carattere fuori dal comune e carico di un percorso e di una storia che hanno lasciato e stanno lasciando il segno nella società italiana. Lontano da ogni posa retorica, Bagnoli illumina nello sguardo delle donne presenti nelle sue fotografie quegli elementi caratterizzanti che determinano quotidianamente una lotta dura, ma mai sterile verso una visione inclusiva, solidale e sopratutto a favore di una sorellanza virtuosa che faccia di ogni soggetto un elemento assolutamente irriducibile, ma anche sempre fortemente connesso l’uno all’altro.
Ogni ritratto, infatti, racconta la storia e il percorso di una donna immersa in un movimento più ampio che vede oggi le donne insieme capaci di rinnovare con la loro presenza, con il loro impegno una società italiana che troppo a lungo le ha pensate e immaginate in una posizione subordinata. Un protagonismo che vede al centro, tra le altre, figure come l’attrice e agitatrice culturale Isabel Russinova, come la giornalista Maria Pia Rossignaud, componente del Comitato Scientifico degli Stati Generali delle Donne, e Laura Bignami, vicepresidente dell’Anffas di Busto Arsizio. Donne che si contraddistinguono per una leadership ottenuta sul campo dei diritti, della parità e anche della competizione: e allora, come non citare tra loro anche la grande Novella Calligaris, campionessa olimpica di nuoto e poi giornalista sportiva.
Donne capaci di rinnovarsi e spiccare così in più ambiti. Le foto accolgono i volti di queste donne offrendo a ognuna di loro uno spazio autonomo e libero: un tempo nuovo che Bagnoli restituisce con estrema delicatezza e sensibilità. Il volto di Edith Bruck ricorda così, forse più di tutti, come ogni conquista sia il frutto di un prezzo spesso assurdamente alto e di come sia fondamentale presidiarne la presenza, quotidianamente e in ogni ambito. Perché ogni perdita di spazio, che sia nella sfera lavorativa, sportiva o culturale diviene un frammento che può piano piano sgretolare i diritti così duramente acquisiti. La mostra anticipa e apre i festeggiamenti per il suffragio universale, con il voto concesso alle donne dopo il fascismo con il Decreto legislativo luogotenenziale del 1° febbraio 1945, che permise loro di votare per la prima volta nelle elezioni amministrative e per l’Assemblea Costituente del 1946. Un passaggio fondamentale che ora riluce negli occhi delle donne di oggi e in particolare in questi ottanta scatti di Riccardo Bagnoli.