Ansa

Parlare al cuore

Il conforto del pianoforte di Chopin per anime ucraine provate dalla guerra

Mario Leone

Anna Fedorova tra i maggiori talenti della sua generazione, ha suonato per la stagione dell’Accademia Filarmonica di Roma. E ora la attende una serie di concerti tra Germania e Spagna, ma il suo cuore è sempre rivolto a Kyiv: "La pace è l’assenza della paura per te e per le persone che ti circondano"

Si è da poco chiuso il sipario del Teatro Argentina di Roma. Mentre le luci si abbassano e il brusio della sala lentamente si dissolve, incontriamo la protagonista della serata: Anna Fedorova ha appena suonato per la stagione dell’Accademia Filarmonica. Ucraina, tra i maggiori talenti della sua generazione, la Fedorova si è formata alla scuola “Lysenko” di Kyiv per bambini dotati, per poi perfezionarsi all’Accademia pianistica di Imola e al Royal College of Music di Londra. “Con lo scoppio della guerra la mia vita è cambiata. Mio marito e mia madre sono riusciti a scappare subito, mentre io ero in giro per una serie di concerti. Ero andata via dall’Ucraina da dodici anni e ci ritornavo appena avevo un attimo di tempo”.

 

Gli ultimi tre anni della Fedorova sono stati pieni di musica. “Il 2022, in particolare, è stato un anno “folle” dal punto di vista fisico ed emotivo – dice la pianista –: il mio paese sotto le bombe russe e io impegnatissima con concerti in giro per il mondo. A questi ho deciso di aggiungere nuove date per raccogliere fondi per l’Ucraina. Ne ho organizzati molti, trovando l’interesse degli organizzatori, dei colleghi musicisti e l’affetto del pubblico, che esauriva tutti i biglietti. Penso di aver fatto 140 concerti in tutto il 2022 e, parallelamente, nello stesso anno ho fondato all’Aja un’accademia per giovani musicisti ucraini, dove cerchiamo di accoglierne un numero sempre maggiore. Dallo scoppio della guerra cerco di sostenere tutte le iniziative in favore dell’Ucraina e del suo popolo”.

 

Un impegno costante che si riflette anche nella scelta del repertorio. Per il recital romano ha presentato un programma monografico dedicato a Fryderyk Chopin. “La guerra in Ucraina mi ha avvicinato ancora di più a questo repertorio. Quello che oggi vive il mio popolo è lo stesso dolore che ha vissuto Chopin, costretto a lasciare la Polonia a causa della guerra. Non vi farà più ritorno e la sua esistenza sarà sempre segnata dalla nostalgia per la famiglia, gli amici, i luoghi. Il programma che ho presentato alla Filarmonica è segnato da tanti pensieri sulla morte e da interrogativi sul dopo. La musica di Chopin parla direttamente al cuore, all’anima dell’uomo. Questo la rende senza tempo: ci si può specchiare, ritrovando le nostre paure, i dubbi, la tristezza, ma anche tanto amore”.

 

Dopo la tappa romana, la pianista continua la sua serie di concerti tra Germania e Spagna. Il cuore, però, è sempre rivolto verso il suo paese. “All’Ucraina sono legata anche attraverso le storie dei ragazzi che studiano nella mia accademia. Li sento miei parenti, so quello che la gente soffre e il desiderio che si possa arrivare a una pace giusta e duratura”. In queste settimane se ne parla molto: si alternano spiragli di luce e improvvise chiusure. Per la Fedorova “la pace è l’assenza della paura per te e per le persone che ti circondano. Non aver paura di esprimere quello che pensi, quello che sei. Non aver paura di agire e, soprattutto, non vivere nell’angoscia che da un momento all’altro un missile distrugga la tua casa e uccida le persone che ami”.

 

Forse la musica può favorire questo processo. “L’arte in generale – continua la pianista – costruisce ponti e sostiene le persone. L’ho visto con i miei occhi in questi anni e mi sono accorta di quanto la cultura possa preservare l’identità e l’anima più profonda di una nazione”.

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