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L'antologia

I racconti di Junji Ito portano il lettore in un'altra, terrificante dimensione

Stefano Priarone

Lo sceneggiatore giapponese è un autentico sensei dei manga del terrore e ha raccolto in un'antologia nove storie brevi a fumetti commentate da lui. Sono inquietanti e pressoché prive di speranza, con la quotidianità spezzata dall’irruzione del perturbante

L’orrore alla giapponese è arrivato in Italia nei primi anni Ottanta, terrorizzando – e al tempo stesso affascinando – tanti bambini, non pochi di età prescolare. Succedeva nella serie animata “Bem”: come in certi inquietanti capolavori Disney (ad esempio Biancaneve e i sette nani con la strega), le vicende di Bem, Bera e Beru, mostri “buoni” che combattevano mostri “cattivi”, erano davvero paurose, e pure ricche di splatter. Negli anni in occidente si è scoperto l’horror nipponico (basti pensare alla saga cinematografica di Ring e ai remake americani) e Junji Ito, classe 1963, è un autentico sensei dei manga del terrore. Soprattutto è un maestro della storia breve, perfetta per il genere, come dimostrano i racconti di Edgar Allan Poe e Howard Phillips Lovecraft o gli stessi fumetti americani anni Cinquanta della EC Comics. Questa antologia raccoglie nove storie brevi a fumetti commentate dall’autore.

 

Sono inquietanti e pressoché prive di speranza, con la quotidianità spezzata dall’irruzione del perturbante. Può essere un disco maledetto (Il disco usato), registrato decenni fa dopo la morte di una cantante americana, tornata momentaneamente in vita cantando una strana canzone. Disco che spinge chi lo ascolta a volerlo possedere e che causa morte e disperazione. Oppure è una misteriosa malattia che provoca buchi nella pelle: accade in Brivido, che dà il titolo alla raccolta. Qui c’è il anche il tema del body horror, delle orrende mutazioni del corpo, come anche in Lunghi sogni, con un ragazzo che fa sogni che a poco a poco gli sembrano sempre più lunghi, durano giorni, settimane, anni, secoli, fino a farlo diventare, al risveglio, un essere mostruoso, alieno, come forse l’umanità sarà tra migliaia di anni. Ito scrive a questo proposito che l’idea gli era venuta da ragazzo quando la più grande delle sue sorelle gli aveva detto che mentre uno sogna il sogno dura solo un istante. E aveva pensato: “Se nell’istante immediatamente prima di morire venisse data l’illusione di poter fare un viaggio senza fine si sarebbe potuta ottenere la vita eterna”.

 

Come in tanti horror i suoi protagonisti sono sempre giovani, che in genere fanno una brutta fine, ad esempio i ragazzi massacrati dalla mostruosa modella Fuchi che torna in Fashion model: l’inquadratura maledetta, racconto precedentemente inedito uscito per la prima volta in questa raccolta. E quasi sempre tutto rimane inspiegato. Come nell’apocalittico Palloncini appesi nel quale, dopo il suicidio per impiccagione di una teen idol, appaiono in cielo enormi teste con la faccia della loro vittima, che impiccheranno, vittima che non può difendersi, se spara alla testa volante muore comunque. Ad Halloween la paura è declinata in vari modi, e tanti film, romanzi, fumetti in teoria dell’orrore ormai non spaventano: i racconti di Junji Ito portano il lettore in un’altra, terrificante dimensione.

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