Viaggio nella Moldavia al voto, dove il turismo diventa ponte con l'Europa

Gianluca De Angelis

"Speriamo che il turismo sia una chiave per l'integrazione europea", ci dice il segretario di stato Andrei Chistol, che spera in un effetto normalizzatore dell'attività turistica. Qui anche il vino può diventare strumento diplomatico. Un tour fra monasteri e campagne, con un occhio a Bruxelles e uno a Mosca

La Moldavia, che domenica 28 settembre va al voto sotto la minaccia delle le interferenze russe, è un paese che vive sul confine di una fortissima transizione identitaria e politica: la spinta verso Bruxelles e il desiderio dell’ingresso nell’Unione europea (a cui la Moldavia è candidata dal 2022) convivono però anche con una memoria storica che guarda a est, soprattutto tra le generazioni più anziane. In questo equilibrio delicato, una chiave può arrivare anche dal turismo, che mira a farsi ponte per favorire non solo la crescita economica ma anche le relazioni internazionali: uno strumento di racconto e di apertura verso l’Europa. È proprio quello che ci dice l'attuale segretario di stato Andrei Chistol: "Speriamo che il turismo sia una chiave per l'integrazione europea".

Ci siamo recati in Moldavia per esplorare queste sfumature grazie all’iniziativa “Let’s Get Lost” di Wizz Air, che ogni anno sceglie una destinazione da far scoprire ai suoi passeggeri “a scatola chiusa” per fare scoprire mete spesso fuori dai sentieri più battuti. E qui, anche grazie al lavoro dell’ente del Turismo moldavo, abbiamo incontrato un paese che possiede un patrimonio culturale e paesaggistico che oggi è quasi una promessa: dalle valli ordinate dai filari di vigne ai complessi monastici, fino alle città e ai villaggi dove l’eredità slava e romena dialogano senza traumi. E ancora Orheiul Vechi, sito storico tra vallate, chiese rupestri e celle monastiche oltre all’enorme tradizione vinicola del paese. La Moldavia custodisce infatti, anche un po’ a sorpresa, cantine davvero uniche al mondo, come la Cantina Cricova al Castello di Mimi, a Bulboaca. E anche il vino può diventare strumento diplomatico: il 1° giugno 2023 il castello ha ospitato la seconda riunione della Comunità politica europea: un incontro dei leader di 45 paesi.

E nonostante lo scenario generale sia noto in tutte le sue complessità, anche perché la Moldavia è un paese di confine esposto alle mire russe e agli effetti della guerra in Ucraina, raccontare tutti gli aspetti di un turismo ben governato può innescare anche un meccanismo “normalizzatore”, tra itinerari enogastronomici e culturali, eventi diffusi, valorizzando una Moldavia autentica, sicura e accessibile, vicina all’Europa non solo per geografia ma per ospitalità, sostenibilità e cultura, capace di fare del viaggio un atto di conoscenza reciproca. E se l’Europa ha già aperto la porta istituzionale, tocca al turismo, ora, aprire quella culturale.

 

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