Foto Getty

estate con ester

Guai vecchi, foto tutte uguali. Sono finiti gli scandali, le vongole e pure le etichette

Ester Viola

Non c'è niente di straordinario da raccontare. Non ci sono scandali. Non ci sono titoli estivi sui giornali. Non ci sono libri dominanti sui lettini. Non sembra estate, sembra una tregua 

Che estate è? Buona, cattiva, media? Presto! Dateci l’etichetta. E’ forse l’estate dell’AI? Ne parlano tutti. Non c’è una conversazione in cui non si parli di AI. Buon segno? Brutto segno? E’ uguale? Che qualifiche abbiamo, insomma? Non ci dite niente, perché? Non parla nemmeno la generazione dizionaria, la Zeta. Chissà, forse dormono pure loro sotto l’ombrellone. Bisogna forse preoccuparsi, di questa assenza di nomi? E’ l’estate “senza”, dunque. Non brat – brat summer eravamo l’anno scorso. Di questi tempi eravamo convinti che Kamala Harris, siccome si era fatta la figurina verde marcio come avatar di Twitter e la cosa andava di moda tra i giovani, potesse avere mezza possibilità elettorale contro Trump. Che imbecilli eravamo. Davvero l’abbiamo pensato? E’ curioso come ogni svolta del passato, a guardarla dal futuro, sembri impossibile da non prevedere. Tra gli altri “senza” ci sono: niente Europei Mondiali Olimpiadi, quest’anno. La tivù non passa niente. Nessun film o serie da dibattere. Guai ne abbiamo, ma sono guai geopolitici vecchi in attesa – si spera – di soluzione. Quei due orrendi padroni dell’universo vanno in Alaska a farsi un bel summit verso Ferragosto, è una bella occasione, potrebbe mangiarseli un pescecane o una balena. Staranno un poco nella pancia e faranno come Pinocchio, usciranno migliori e guariti.


Non c’è la canzone estiva, dicono. Ma come, scusate, ce ne sono venti ma sono vecchie, tutte greatest hit, l’unica estate degli altri che quest’anno faceva piacere guardare nei telefoni era ai concerti degli Oasis. Partecipanti invidiati più dei proprietari di barca. Scandali zero, tranne quello dei Coldplay, ma era luglio, è finita lì, stagione molto magra. Non ci sono le spiagge piene. Chi dice che è segno della crisi, chi dice che è progresso, le persone hanno preso ferie e giugno e sono andate in Grecia a metà prezzo. Non c’è sostanza di polemica politica. Schlein si lancia in un poco convinto: “Il governo parli di chi non è potuto andare al lido!”. Meloni risponde: “Il Pd conti la gente che è andata in montagna!”. Seguono probabile ghiacciolo al limone trasversale e patto tacito di non concorrenza, fa troppo caldo per litigare davvero. Sono finite le vongole. I ristoranti fanno spallucce, al mercato del pesce c’è un piccolo contrabbando feroce alla mattina e i sacchetti migliori sono già impegnati. Gli organi deputati riferiscano. Devono dirci la verità. Se è finita un’era, l’epoca di spaghetti e vongole come diritto possibile e diffuso, quello sì che dobbiamo saperlo. 

Non ci sono i titoli estivi sui giornali. I titoli sono da mese di novembre. Vertici internazionali, colloqui di pace, nuove chat dalla procura di Milano.  Non c’è meteorologia popolare, è diventata conversazione da sommelier. Caldo di quest’anno migliore del caldo dell’anno scorso, sostengono gli esperti. Non ci sono più fotografi scarsi. Le foto della vacanza sono indistinguibili, che sia Asia o Cilento, Oceani e Mediterraneo, pare sempre lo stesso mare. E a pensarci sì, siamo tutti nello stesso mare, cambiano solo i pesci.  Non ci sono più gli influencer compulsivi, si sono chetati. Ma c’è un motivo. Il marketing dice che ora per creare post di successo c’è bisogno di una singola “vibe” (qualsiasi cosa significhi), non di mille storie. Il pubblico è un animale strano e mutevole d’umore, al momento ci siamo stufati di vedere le tue perenni dirette da prua, da poppa, dalla camera dell’hotel di lusso. Qui o si cambia musica o in autunno da te non compriamo. Non ci sono libri dominanti sui lettini. Forse sono finiti i bestseller. Non ci sono più gelati di dimensioni accettabili per la merenda. Coni, stecchi, praline: la dimensione è per Lilliput, ci si sente presi in giro. Non ci sono segni dei tempi evidenti. Non ci sono più i posti fighetti per la vacanza necessaria. Non piove, si muore di afa ma non fino in fondo e per una volta non c’è niente di straordinario da raccontare. Non diciamocelo troppo, ma pare davvero una tregua.

Di più su questi argomenti: