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Elenco non esaustivo delle morti del 2025. La privacy, la lingua colta, il futuro
Ogni mezza generazione ha i suoi necrologi illustri: nel 2025 si celebra il funerale delle abitudini civili, e siamo tutti in corteo
A ogni mezza generazione la sua pagina dei necrologi. Abbiamo avuto, nel decennio scorso, epitaffi numerosi ai giornali di carta, alla poesia, alla politica di sostanza, alle ideologie, al Pd plurime volte, alla tv generalista e al patriarcato, sia quello grave che quello moderato. Nel 2025 il bollettino si fa più serio e interessante: stanno morendo certe forme della vita civile. Vediamo che passa al cimitero, mettiamoci appresso alla processione.
Morti metaforiche del 2025: un elenco diffuso.
1. La morte della posta elettronica
E’ finita questa iattura di scrivere per lavoro e che liberazione. La mail esplicativa, pareristica, interessata, interlocutoria, conoscitiva, propositiva, rilanciante, amichevole. La mail che deve spiegare diffusamente al cliente. È un deposito tossico, una reliquia. Oggi scrive tutto l’intelligenza artificiale, Spartaco ha spezzato le catene ed è partito per una vacanza, è un giulebbe, gli impiegati negli uffici sono tutti ringiovaniti dieci anni.
2. La morte del romanzo
Il romanzo letterario ce la farà, con la crisi dell’attenzione? Avremo ancora le forze per leggere le epopee russe? La lettura, quella immersiva, seria e non distratta sarà da accademici strenui, essi stessi fossili, incomprensibili alle masse? Cambierà la modalità, serviranno i libri con le diapositive? L’autore dovrà leggere e registrare e i libri si fruiranno solo col mangianastri? Siamo già dei vegetali immaginativi?
3. La morte della privacy
Il concerto dei Coldplay finirà come caso nei libri di diritto, tra dieci anni: una kiss cam inquadra due persone, lui ceo, lei dirigente, il video finisce online. Risultato: dimissioni, indagini interne, sberleffo distruttivo dei social e inutile riprovazione. La privacy è cambiata. Esiste ancora, ma solo in linea teorica. E’ un diritto manualistico, la privacy. E’ rosicchiata dai fatti del mondo, quindi va aiutata dai titolari, non puoi contare sullo ius excludendi alios. Perché loro, gli omnes, vogliono sapere i fatti tuoi. Non c’è più la pretesa legittima a essere lasciato in pace, al massimo puoi fare una preghiera mentre fai le cose alla chetichella. La privacy ormai è ridotta alla speranza che facciano finta di niente. La riservatezza è questione di fortuna, e risponde alla sospensiva: “Secondo me non ci ha visti nessuno”.
4. La morte dell’autorità esperta
Chi può parlare di medicina, di ricerca, di giurisprudenza? Tutti, il bar è aperto ventiquattr’ore. Basta un’ora e mezza su Netflix e ti senti laureato col documentario. Non parliamo dei podcast, che andrebbero messi fuorilegge.
5. La morte della lingua colta
Che fai con questa subordinata complessa, con questa sintassi involuta? Chi vuoi ammazzare? Scrivere corto, scrivere facile, non c’è tempo.
6. La morte dell’approccio da bar e delle relazioni per caso
E’ finito l’amore non programmato. Sono rimasti solo gli uffici, resiste un po’ la tresca tra colleghi ma anche lì si è fatto difficile perché c’è il codice etico e non si deve copulare in casa dell’imprenditore. Rimangono solo i social in varie forme, fuori dall’internet è un’impresa disperata, alcuni vanno al supermercato e mettono un frutto d’ananas capovolto nel carrello per indicare disponibilità. Sono pratiche indecorose, magari hai pure preso un master e per fidanzarti devi comprare l’ananas, è chiaro che uno preferisce stare solo.
7. La morte del lusso
Borsette firmate, maglie col logo, tailleur, vestitoni vistosi e scarpe col tacco: tutto finito, tutto fuori moda. Tutti vogliono sembrare old money, ereditieri senza il vizio di ostentare, i cafoni sono quasi estinti e il comparto è disperato, non era mai successo di vedere tutta questa gente raffinata in divisa, camicia bianca e jeans.
8. La morte del futuro
Ci sarebbe da scegliere il collasso che ci aspetta. Climatico, atomico? Eclissi sociale per scarsi concepimenti? Abuso di farmaci per il controllo dell’umore? Automazione robotica e umanità al servizio delle macchine?
9. La morte del senso del tono
E’ una tragedia. E’ pieno di gente risentita, coi complessi, lì fuori: “Che hai fatto in questi anni?” “mi sono offeso”. Si è poi capito chi è che ci sta rovinando la vita?