Warren Buffett (Lapresse)

C'è chi dice no

Il leggendario Warren Buffett non si inchina alle “moderne ortodossie”

Giulio Meotti

Fieramente liberal, dice no al capitalismo woke che imperversa negli Stati Uniti supportato da “visionari irrealistici che desiderano un mondo immediatamente nuovo”. Lezioni utili

Se pensiamo che anche la grande banca Goldman Sachs si è piegata alla neolingua e chiesto ai dipendenti di usare un linguaggio “neutro” con pronomi come “Ze” e “Zir”, si capisce subito quanto il capitalismo woke si stia diffondendo. Ma come racconta il New York Times, l’“oracolo” del capitalismo non ci sta. Si tratta di Warren Buffett, che si fa beffe di molte delle principali ortodossie aziendali del business moderno, lasciando fuori le politiche ambientali, sociali e di governance (Esg) e le preoccupazioni sulla diversità, l’equità e l’inclusione (Dei). Buffett non è caduto sotto l’incantesimo noto come “Esg”, che si riferisce agli investimenti secondo criteri ambientali, sociali e di governance più elevati. Sam Bankman-Fried, il re delle criptovalute estradato negli Stati Uniti dopo un’epocale bancarotta, aveva capito che per ungere il sistema doveva passare dagli “Esg”. Così ha manipolato gli “Esg” per evitare il controllo da parte delle autorità di regolamentazione e guadagnare credibilità presso gli investitori. Bankman-Fried aveva ad esempio promesso che la sua azienda avrebbe contribuito a costruire progetti solari per le comunità in Amazzonia. Bankman-Fried ha poi confessato che si trattava di un “gioco” per infilarsi nel sistema. E funzionava. Il magnate delle criptomonete veniva invitato al forum di Davos, dove ha parlato di “diversità, equità e inclusione”. 

 

Quest’anno sul tavolo della Berkshire Hathaway di Buffett c’erano sei proposte sulla diversità e il clima e, secondo quanto riferito, Buffett ha chiesto ai suoi azionisti di votare contro. Rimane fermo nella sua convinzione che, mentre affrontare la discriminazione e il cambiamento climatico è importante, le società alla fine rispondono agli azionisti. Il suo disinteresse nell’affrontare questi problemi come fanno altri leader aziendali ha portato a un attacco contro Berkshire Hathaway e a proposte per rimuoverlo dalla carica di ceo, mentre leader aziendali come il ceo di BlackRock, Larry Fink difendono la “responsabilità sociale” come uno strumento prezioso per la leadership aziendale. Buffett, il 92enne investitore di Omaha nato durante la Grande depressione, non è un conservatore. Sostiene l’importanza di pagare  tasse anche alte e ha appoggiato i democratici Barack Obama e Hillary Clinton nelle campagne presidenziali. Tuttavia, Buffett ha continuamente mostrato antipatia verso gli sforzi moderni per spingere “Esg” e “Dei” nel mondo aziendale, osserva il giornalista finanziario Roger Lowenstein.

 

Buffett respinge queste politiche create da “visionari irrealistici che desiderano un mondo immediatamente nuovo”. “Buffett non ne vuole sapere”, scrive Lowenstein sul New York Times. “E’ socialmente consapevole e, nel corso degli anni, ha espresso preoccupazioni su argomenti diversi come l’inflazione e la proliferazione nucleare. Ma è sprezzante nei confronti dei guerrieri della governance sociale che cercano di dirottare la missione aziendale”.  Gli azionisti di Berkshire Hathaway Inc sabato hanno respinto in modo schiacciante sei proposte su cambiamenti ambientali, sociali e di governance presso il conglomerato di Warren Buffett, cui l’investitore miliardario e il suo consiglio si erano opposti. Una delle proposte sul clima era sponsorizzata dal California Public Employees Retirement System, il più grande fondo pensione pubblico degli Stati Uniti, ed è stata respinta. Non conosciamo ancora l’effetto della decisione di Buffett, ma il nuovo “capitalismo etico” potrebbe subirne una pesante battuta d’arresto.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.