Gli esfiltrati

Una prof. in Francia sotto scorta dove fu ucciso Paty

Giulio Meotti

Un’insegnante ha pubblicato una foto del rapper marsigliese Soprano su una sequenza temporale per interessare gli studenti. Alcuni genitori l’hanno accusata ingiustamente di razzismo

C’è un termine che ricorre spesso in Francia, “esfiltrazione”. La direttrice delle risorse umane di Charlie Hebdo, Marika Bret, costretta a fuggire a seguito di gravi e concrete minacce di morte lanciate contro di lei dagli estremisti islamici, ha raccontato la propria esfiltrazione da casa da parte dell’intelligence, per esempio. Durante una lezione sull’evoluzione per una classe di terza elementare, un’insegnante di Scienze della vita e della terra di una scuola di Trappes (Yvelines) ha pubblicato una foto del rapper marsigliese Soprano su una sequenza temporale per interessare gli studenti. Alcuni genitori l’hanno accusata di razzismo.

  

L’insegnante ha ricevuto minacce sui social. Minacce prese molto sul serio da magistrati e polizia e la professoressa è stata “esfiltrata” dal suo istituto e dal dipartimento di Yvelines, dove insegnava ed è stato ucciso, più di un anno fa, Samuel Paty. E’ stata l’intelligence  a chiederle “di lasciare l’Île-de-France il prima possibile”, dice l’insegnante al Parisien. “Ho perso tutto, tutto ciò che ho costruito per dieci anni, ho molta paura per la mia vita”. Il padre di uno studente che l’ha accusata è stato condannato a sei mesi di reclusione. Ma il danno ormai era fatto. Anche lui già professore di Filosofia a Trappes, minacciato di morte a seguito di osservazioni sull’islam (“Trappes è  una città definitivamente perduta, caduta nelle mani degli islamisti”, aveva scritto) e costretto a lasciare l’insegnamento, Didier Lemaire è stato contattato dalla professoressa dall’inizio del caso. I servizi di polizia, considerando che c’è un rischio concreto, pattugliano davanti a casa della professoressa. “Non compreremo così la pace sociale”, avverte il professore di filosofia. “La scuola non deve crollare di fronte agli ideologi. Altrimenti, non svolge più la sua missione, non serve più a nessuno scopo, è morta. E domani potrebbero esserci altri Samuel Paty”.

 

Pascal Bruckner, l’autore di “Un colpevole quasi perfetto” (Guanda), spiega che il pericolo per chi denuncia, come questi professori, è incorrere nelle ire della nuova “religione basata sulla giustizia razziale. Come nel marxismo, quando chi si opponeva era un nemico di classe e doveva essere escluso dall’umanità”.  “Caroline L.”, una docente dell’Università di Aix-Marseille, ha ricevuto innumerevoli minacce di morte, accusata di “islamofobia”, per aver spiegato ai suoi studenti che “non c’è libertà di coscienza nell’islam”. Un altro docente ha dovuto lasciare la scuola e chiedere il trasferimento per minacce islamiste. In una scuola di Caluire-et-Cuire, a Lione, uno studente ha minacciato un insegnante di “tagliargli la testa”. E un liceo di Riom è stato addirittura chiuso a causa di minacce di morte contro gli insegnanti. Quanti esfiltrati nei “territori perduti” dei Lumi e ora di Allah.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.