I nuovi braghettoni. A Londra via i quadri delle pittrici “transofobe”

Giulio Meotti

Jess de Wahls censurata alla Royal Academy of Arts: “Subisco una censura che mi ricorda la Ddr”

Quell’oscurantista del Vaticano, che si oppone alla legge contro la “omotransfobia”, ripetono i pigri. Ma i nuovi braghettoni non li mettono  chi vestì da capo a piedi la Santa Caterina di Michelangelo. 

 
Alfred Munnings divenne presidente della Royal Academy of Arts per farne una fortezza del conservatorismo. Dichiarò guerra al modernismo e, alla cena di gala annuale, ricordò  la volta in cui lui e il suo amico Winston Churchill avevano dichiarato che se avessero mai “incontrato Picasso per strada”, lo avrebbero preso “a calci in culo”. Altri tempi. Oggi l’Academy ha censurato e ritirato il lavoro di un’artista nata nella Ddr dopo averla accusata di “transfobia”.

 
Jess de Wahls è risultata in “conflitto” con i valori della celebre istituzione inglese a causa della critica all’“ideologia dell’identità di genere”. “La Royal Academy of Arts è impegnata per l’uguaglianza, la diversità e l’inclusione e non supporta consapevolmente gli artisti che agiscono in conflitto con questi valori”. De Wahls ha detto che una censura simile c’era nella Germania dell’Est, dove è nata.

 
Insieme a Tom Stoppard e Ian McEwan, de Wahls aveva firmato una lettera l’anno scorso a sostegno di J.K. Rowling, accusata di “transfobia” e presa di mira dagli attivisti. De Wahls aveva scritto di non avere “nessun problema con qualcuno che si sente più a suo agio nell’esprimersi come se fosse dell’altro sesso.” Non poteva, tuttavia, “accettare l’idea del sesso come un costrutto sociale, piuttosto che una realtà biologica, e che negli ultimi anni ha guadagnato un seguito piuttosto fanatico”. Al Telegraph, de Wahls spiegava ieri che dopo la censura sono arrivati gli attacchi. 

 
“Sembra surreale. Eppure, è molto reale. E’ molto fisico e molto viscerale. E’ una sensazione davvero orribile. E non c’è molto che tu possa fare al riguardo”. Se ne è andata per gli attacchi anche dal Soho Theatre di Londra. “Ho dovuto andarmene perché c’era una crescente pressione online contro il teatro. Ci sono persone che mi augurano la morte e sperano che mi uccida”. Tra gli artisti, solo un membro dell’Academy l’ha contattata per esprimergli solidarietà. “Era sconvolto, ma non c’è stato altro che un silenzio inquietante da parte degli artisti”. 

 
Ieri a de Wahls  sono arrivate finalmente le scuse ufficiali dell’Academy per la censura. “Sono cresciuta a Berlino Est” ha scritto de Wahls sul suo sito. “La cartella d’arte del mio tempo a scuola che possiedo ancora è piena di bandiere comuniste, colombe della pace e bandiere della Ddr. E un disegno di tre bambine che si tengono per mano: una bianca, una bruna, una gialla; perché sotto il comunismo ‘tutti sono uguali’. Ma di certo non eravamo liberi di pensare e fare ciò che volevamo. L’idea del ‘pensiero sbagliato’ è qualcosa che, in modo preoccupante, è tornato. E la sua crescente prevalenza mi spaventa a morte. Chi dimentica la storia è condannato a ripeterla”. 

 
Oggi de Wahls viene censurata in nome dell’“amore”. D’altronde, il Muro di Berlino alla cui ombra l’artista è cresciuta, veniva chiamato “muro antifascista”. E’ da un po’ che le parole non significano più quello che indicano.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.