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Dall'ora delle streghe a quella del coprifuoco. Come cambia la mezzanotte

Enrico Cicchetti

Misteri, spettri e malefici, da Shakespeare a Cenerentola. Ma anche battaglie e amori. L'ora che divide in due metà perfette il nostro tempo ha sempre portato con sé storie di brividi, di terrore o di passione. Raccontati in migliaia di pagine e canzoni

È sempre stata l'ora fatale. Quell'ora in cui si risvegliano i fantasmi, nella quale scoccano malefici e il diavolo si alliscia i baffi e si sfrega le manacce, pronto a fare firmare patti di sangue. Quando le lancette si uniscono in un ipotetico apogeo, le streghe escono volando sulle scope per i loro sabba. Un momento preciso nel quale il tempo – o almeno il modo in cui lo misuriamo – si spacca in due metà perfette, e per un istante rimane in equilibrio come l'ago di una bilancia. Sorella oscura del cocente mezzogiorno, la mezzanotte ha sempre saputo intrigare e mettere i brividi. Perché in quella fessura le manifestazioni del destino trovano un passaggio. Come dice Amleto, “è questa l’ora della notte sacra ai neri malefizi, l’ora in cui i sepolcri si spalancano e l’inferno soffia i suoi contagi su questo mondo. Ora potrei bere sangue fumante e compiere delitti di cui inorridirebbe la luce”. È l'istante nel quale, secondo la leggenda gotica ante litteram di Lucìda Mansi, la nobildonna lucchese stringe un accordo con il demonio che le promette trent'anni di giovinezza in cambio della sua anima (inutile poi tentare di fermare le lancette della Torre delle Ore, la fine sarà inevitabile). 

 

Non solo fantasie. Le 24 sono sono state anche il crinale sul quale si sono compiuti eventi decisivi della storia umana. Il 15 agosto 1947, allo scoccare della mezzanotte, l'India ha proclamato la propria indipendenza dall'Impero britannico. Un momento reso ancora più indimenticabile dalla penna di Salman Rushdie. Nel giugno 1918, appena dopo la mezzanotte, gli alpini che salivano a piedi sul Monte Grappa videro l'intero fronte illuminato a giorno sino all'Adriatico. Erano le artiglierie del regio esercito che sparavano sugli austroungheresi, in quella che poi D'Annunzio ebbe a chiamare “la battaglia del solstizio”. E a mezzanotte tra il 14 e 15 luglio successivo ebbe inizio la storica “seconda battaglia della Marna”, l'inizio della fine dell'esercito germanico.

  

Anche adesso che i nostri demoni peggiori non hanno né code uncinate o zoccoli caprini né mitraglieri e gas mostarda ma hanno le dimensioni infime di un virus, la mezzanotte torna a fare da spartiacque.

Le vaccinazioni stanno procedendo a buon ritmo e la curva epidemica continua a scendere, e così diventa questo il nuovo limite (legale) della nostra giornata. Lo scattare del coprifuoco. Almeno nelle regioni in zona gialla e in attesa del 21 giugno, quando il divieto di andare in giro di notte sarà abolito del tutto. E così ci sentiamo un po' tutti Cenerentola, dimentichi del tempo che passa fino all'ultimo minuto, quando poi tocca correre a rotta di collo – scarpette di cristallo o meno – per evitare che la Panda si trasformi in zucca. Del resto già Venditti ce lo aveva anticipato. “Mezzanotte come è tutto uguale e tutto cambia/ mezzanotte come tutto passa e se ne va”.

  

Allo scoccare del fatidico rintocco tutti a casa. Poco male, comunque, perché non ci sono solo i terrori della notte, ma quella è anche l'ora degli amanti, e ci sono fior fiore di canzoni italiane a ricordarcelo. Sarà la “Mezzanotte per amar/ Mezzanotte per sognar”, del Quartetto Cetra. Attenti però, avverte Celentano: a tornare a casa insieme, per evitare che “tu a mezzanotte e tre stai già pensando a un altro uomo”. Prima del gen. Figliuolo, del resto, le regole le aveva già scritte Joe Sentieri: “È mezzanotte / Diamoci un bacio / E ritorniamo passo passo verso casa / Io t'accompagno / Tu m'accompagni”. Le strade sono deserte. Giù le serrande e nessun mugugno. Meglio Mudugno: “Giunta mezzanotte / si spengono i rumori / si spegne anche l'insegna / di quell'ultimo caffè”. Coraggio, che “è quasi l'ora delle streghe” e “il peggio sembra essere passato”. Parola di Sergio Caputo.

  

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  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti