Il diritto alla blasfemia e il conflitto col correttismo
Non avrai altro Dio al di fuori della libertà di espressione, ma se la usi contro il relativismo culturale sei blasfemo, vai punito. Appunti per la bella gente d’Europa e d’occidente e per Biden
Con asciuttezza di argomenti, e per la verità con troppa facilità, ci siamo precipitati a dire un’ovvietà che consideriamo assoluta. Esiste nei paesi laici il diritto alla blasfemia, l’irrisione di Dio e della sua profezia. Questo diritto è parte di un altro diritto assoluto, la libertà di espressione. Se uccidi Charlie Hebdo, se decapiti Samuel Paty, allora sei un barbaro, di più, sei un miscredente, uno che non accetta la religione civile della libertà, il suo sistema dei diritti, i diritti dell’uomo. Ragionando così in effetti si dice qualcosa che ti permette di negare anche solo la possibilità di una guerra di religione. Lo scontro non è tra differenti “credo”, è tra tutti i “credo” e l’unico che è ammesso, quello della laicità. Non esiste un tuo Dio a fondamento della tua fede o della tua trasformazione della fede in violenza perché non esiste nemmeno il mio Dio, quello che impone di porgere l’altra guancia, di perdonare, di amare (naturalmente, ci sono altre varianti, tante quante le confessioni o le visioni del mondo, ma semplifichiamo nella coppia cristianesimo o giudeo-cristianesimo e islam).
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- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.