"Punk islam" in Indonesia. A Bandung il primo festival per rocker musulmani e devoti

"Prophet Mohammad forever", cantano i giovani musicisti indonesiani. Ma invece che inginocchiati in moschea, pogano in un fangoso concerto all'aperto

Enrico Cicchetti

“Io sono un anticristo, io sono un anarchico”, gridava a squarciagola John Lydon (aka Johnny Rotten), finalmente lanciato sul palco del Leeds Polytechnic dopo la cancellazione delle date di Norwich, Derby e Newcastle. Chissà cosa avrebbe pensato il leader dei Sex Pistols – quella che Bbc ha definito “la sola punk rock band inglese” – se avesse saputo che in Indonesia c’è un festival punk dove si inneggia a Maometto. Il quarto paese più popolato del mondo, un arcipelago composto da centinaia di isole vulcaniche tra il Sudest asiatico e l'Australia, ospita il primo movimento punk islamico. "Prophet Mohammad forever", cantano i giovani musicisti indonesiani. Ma invece che inginocchiati in moschea, pogano in un fangoso concerto all'aperto.

 

Con tagli da moicano, giacche di pelle e jeans strappati, i membri del "punk musulmano" dicono di basarsi, come gli originali rocker britannici, su un’idea di ribellione anti-establishment. Ma la esprimono cantando i valori islamici e chiedendo “libertà per la Palestina”. Ahmad Zaki, uno dei fondatori del movimento, spiega a Reuters che il genere punk è spesso associato a una "tendenza verso comportamenti scorretti" ma che gli appassionati devoti di Sumatra vogliono ribaltare la situazione. "Siamo in grado di reindirizzare noi stessi per migliorare le cose". Roba da far strappare le creste ai Pistols, che cacciarono il bassista Matlock perché “gli piacevano i The Beatles”. Reza Purnama, un membro del movimento ed ex alcolista, racconta all’ agenzia di stampa britannica che altri come lui l’hanno fatta finita con l’alcol grazie alla musica e alla religione e che i loro testi stanno lentamente diventando più positivi. Dopo ogni concerto, il pubblico che prima scuoteva la testa come assatanato china il capo in preghiera e ascolta i sermoni. I fondatori del movimento sperano di reindirizzare i loro fan verso un percorso più pio e devoto.

Foto LaPresse

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