La prova in esterna (foto masterchef.sky.it)

Tra "la Mafia del sud" e le vacche tirolesi, a MasterChef i coltelli sono ben sguainati

Mahatma

Antipatie sublimi, cortesi "ti ammazzo" sussurrati alle spalle, piatti osceni e prelibatezze rare. MasterChef ingrana, ma attendiamo ancora il guizzo

Coltelli sguainati, avvertimenti recapitati in stile paramafioso. Il povero architetto Gabriele fa le sue scelte, smista i concorrenti tra il menù salato e il menù dolce e gliene dicono di tutti i colori: “Ti ammazzo”, gli sussurra alle spalle Marco “il creativo”, che per chiarire meglio il concetto poco dopo gli dice: “Pezzo di merda”. Ma tant’è. In quest’edizione di MasterChef manca ancora il guizzo. Tanti professorini, tante prime donne petulanti che si credono chef provette, sbarbatelli che la sanno lunga e poi sbagliano. E’ presto.

 

Siamo convinti che la prima vera scossa al programma arriverà con la falce di Iginio Massari, che recapiterà complimenti da par suo ai concorrenti rimasti in lizza. Margherita è una di quelle che fa finta di saperla lunga e poi presenta una “Spirale ovale” che sembrava una via di mezzo tra una cacca di cavallo dalla consistenza semiliquida e una secchiata di vomito. Ma è rimasta dentro, come dentro è rimasta Mariangela, il personaggio trash dell’anno. Punita da Cracco per aver svaligiato una panetteria per ricavare “una pepita di pane” (cioè una pallina), s’è salvata in corner, pur non avendo dimostrato motivi reali per meritarsi la permanenza, salvo (appunto) il suo essere personaggio creatore di polemiche sterili. Bastianich ci mette del suo con gaffe da sicura interrogazione parlamentare (visto che siamo in Italia) e citando le concorrenti di Puglia, Calabria e Sicilia, le definisce “un po’ la Mafia delle donne del sud”.

 

Prova in esterna in Alto Adige-Südtirol, fa sapere Joe rispettando l’autonomia dei tirolesi che stentano a parlare italiano ma sanno benissimo valutare uno strudel fatto come Dio comanda da una bomba glicemica buona solo per le vacche di malga. Vincono gli scarsi, cioè tutta l’accozzaglia rimasta dopo l’accurata selezione di Gloria (brava ma nessuno come lei se la tira, lì in cucina), che si è presa perfino “Alain, che è un uomo che vive da queste parti”, quando tale Alain è valdostano e la prova era vicino al confine con l’Austria. Gli scarsi ne combinano di tutti i colori, lasciano perfino senza ravioloni di rapa le signore tirolesi: avevano sbagliato le dosi, le porzioni e poi la pioggia aveva fatto un macello. Eppure hanno vinto, segno che l’imponderabile è sempre dietro l’angolo.

 

Prossima puntata all’insegna degli chef pluristellati. A giudicare l’allegra brigata ci sarà Heinz Beck, che di sicuro non la farà passare liscia ai Gualtiero Marchesi in provetta che già si sentono la vittoria in tasca.

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  • E' nato al nord (non serve dire dove né quando, anche perché sono informazioni buone per necrologi e che poco interessano il lettore più o meno interessato). Si considera maturo quanto a età, meno a dotazione intellettuale. Non se ne cruccia, sapendo che la capacità d'elaborazione mentale in codesto mondo non deve essere per forza alta (d'altronde Hegel e Kafka non sono più bestseller da qualche decennio). Segue lo sport in generale a eccezione delle bocce, del sumo e del golf, che considera una delle più grandi sciagure capitate all'umanità, quasi quanto lo sport trasmesso sulle reti Rai. (ne parla sovente su questo giornale) Appassionato di cucina televisiva, ama le pentole che si vedono a MasterChef (delle cui puntate cura periodicamente le recensioni sempre su questo giornale) e soprattutto la relativa dispensa. Ricorda con rimpianto la tv del cane di Paolo Limiti, Floradora.