L'attore Harry Reems

Popcorn

Se volete farvi crescere i baffi, attenti alla deriva porno

Mariarosa Mancuso
Forte è il rischio di scivolare nella categoria “pornstache”, (viene da “porn” e “mustache”): i baffi del dottore, con tanto di camice bianco, che visita Linda Lovelace in “Gola profonda”, anno 1972.

Attenti, se meditate di concludere l’estate facendovi crescere i baffi. Forte è il rischio di scivolare nella categoria “pornstache”, segnalata qualche giorno fa da un articolo sul Guardian. Viene da “porn” e “mustache”. Sono i baffi del dottore, con tanto di camice bianco, che visita Linda Lovelace in “Gola profonda” – anno 1972 – e trova il modo di guarirla (l’attore Harry Reems poi si è pentito come quasi tutti, diventando “cristiano rinato”). Sono i baffi di Ryan Gosling in “Nice Guys” di Shane Black: film ancora in sala, se trovate un cinema aperto, che rifà gli anni 70 – due detective cercano una diva del porno scomparsa – e quindi obbliga al baffo in linea con l’estetica di Playboy.

 

Trattandosi di parodia, Ryan Gosling non è quel tipo d’uomo. E del resto Priya Elan, giovanotto che sul Guardian si occupa appunto di moda e di costume, il più sinistro paio di “pornstache” li ha scovati addosso a Nigel Farage. Rispondeva a domande sulla Brexit intervistato sul canale satellitare Russia Today (sembra una gag, ma ci sono anche le foto, e gli anni Settanta sono evocati anche dallo sfondo azzurrino). Entriamo in zona Borat, il “pornstache” come segno che proprio moderno non sei. O di Ned Flanders, il vicino devoto e compassionevole del maleducatissimo Homer Simpson. O di Mario l’idraulico nel vecchio videogioco.

 

A scombinare le carte, si sono fatti crescere un bel paio di pornstache Jake Gyllenhaal e James Franco, la cui figaggine non può essere messa in discussione. Non proprio come quelli di “Magnum P. I.”, e neppure come quelli di Burt Reynolds, che per un paginone di Cosmopolitan si fece fotografare nudo sulla pelliccia. Ma sono notevoli, e quando l’uno e l’altro se li taglieranno non capiterà come al protagonista di “Baffi”, romanzo di Emmanuel Carrère uscito nel 1986. Il protagonista si taglia i baffi, esce dal bagno, la moglie non se ne accorge, gli amici neppure. Anzi, negano che i baffi li abbia mai avuti.

 

La bibbia del baffo “Of Beards and Men” (la firma Cristopher Oldstone-Moore, University of Chicago Press) spiega che i baffi e barbe – ci possiamo mettere anche i capelli – cambiano al cambiare dell’idea di mascolinità (cosa che ognuno poteva constatare con un po’ di spirito d’osservazione, contando barbe e chignon attorno a lui, ma è bello aver conferma). Sono una faccenda politica – e infatti tra i pornstache e le barbe degli hippie c’è un abisso. E sono un linguaggio articolato, dove si alternano zone rasate e no: basta guardare come si fa ricamare il mento Leonardo DiCaprio.

 

Una versione addomesticata del pornstache la esibiva Joaquin Phoenix, in “Her” di Spike Jonze, assieme ai pantaloni a vita alta. Il film è ambientato nel futuro, in una città che un po’ è Los Angeles e un po’ Shanghai. Maschio di ultimissima generazione, finiva per innamorarsi della voce del suo smartphone.

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