George Orwell

Orwell e Blair

Maurizio Stefanini
Con questi socialisti non vinceremo mai! Lo dice ora Tony Blair, in riferimento alla possibilità sempre più forte che il candidato radicale Jeremy Corbyn divenga il nuovo leader laburista.

Con questi socialisti non vinceremo mai! Lo dice ora Tony Blair, in riferimento alla possibilità sempre più forte che il candidato radicale Jeremy Corbyn divenga il nuovo leader laburista. Ma nel 1937 lo stesso concetto lo anticipò un altro Blair, altrettanto illustre: dodici anni prima che Corbyn nascesse, descrivendo un tipo di humus culturale da cui il laburismo britannico è evidentemente tentato, e che ogni tanto riciccia.

 

Andiamo per ordine. Tony Blair, premier dal 1997 al 2007, in un recente intervento sul Guardian ha avvertito: se Corbyn “salirà alla guida del partito, alla prossima elezione non saremo davanti a una sconfitta come quella del 1983 o del 2015, ma davanti alla disfatta totale, forse all’annientamento”. Il suo precursore invece è Eric Arthur Blair, che i più conoscono col nome d’arte di George Orwell. Fustigatore dello stalinismo in capolavori come “Omaggio alla Catalogna”, “La fattoria degli animali” e “1984”, in nome di un ideale di “Socialismo democratico, con la esse di socialismo maiuscola e la di di democratico minuscola”, come lo definiva lui stesso. Sono in particolare due i libri in cui Orwell metteva in guardia da certe derive laburiste: “La strada di Wigan Pier” (1937) e “Il leone e l’unicorno: il socialismo e il genio inglese” (1941). Il secondo è il più sistematico nello spiegare la necessità che il socialismo si radichi nelle tradizioni nazionali. Ma è soprattutto nel primo che Orwell fa alcune irresistibili caricature del tipo umano alla Corbyn. “A volte si ha l’impressione che le sole parole ‘socialismo’ e ‘comunismo’ attraggano a sé con forza magnetica ogni bevitore di succhi di frutta, ogni nudista, ogni portatore di sandali, ogni maniaco sessuale, quacchero, guaritore naturista, pacifista e femminista d’Inghilterra”. Segue poi il racconto di un incontro in autobus con “due vecchi dall’aspetto impressionante. Erano entrambi sulla sessantina, di statura molto bassa, rosei e paffuti, e a testa nuda. Uno era oscenamente calvo, l’altro aveva lunghi capelli grigi alla Lloyd George. Indossavano camicie color pistacchio, e pantaloni corti color cachi nei quali i loro grossi deretani erano pigiati così strettamente che si sarebbe potuto studiarne ogni pozzetta. La loro comparsa provocò un lieve moto d’orrore sull’autobus. L’uomo seduto accanto a me, un commesso viaggiatore, credo, mi lanciò un’occhiata, poi volse lo sguardo sui due, mi guardò ancora e mormorò ‘Socialisti’ come chi dicesse: ‘Pellirosse’”.

 

[**Video_box_2**]Il socialista (democratico) Orwell riconosce che “aveva probabilmente ragione: il Partito Laburista Indipendente teneva le sue lezioni estive a Letchworth”. L’ala sinistra del Labour, un po’ come il Socialist Campaign Group in cui da sempre il repubblicano, vegetariano, animalista, pacifista, antinuclearista, anti israeliano Corbyn milita: il Partito Laburista Indipendente Orwell lo conosceva bene perché in quell’epoca ci stava pure lui. Ruppe con esso l’attacco alla Polonia, quando lui si schierò per la guerra a Hitler mentre i laburisti indipendenti restavano ostinatamente pacifisti. “Il punto è che per lui uomo comune, uomo strambo e socialista erano sinonimi. Secondo lui, probabilmente, ogni socialista non poteva non avere qualcosa di eccentrico in sé”. Orwell ricordava una volta che aveva avuto sotto gli occhi il modulo per un’altra simile scuola estiva, in cui si chiedeva di dichiarare se la dieta fosse comune o vegetariana: “Ritengono che sia cosa normale, capite, che sia necessario fare questa domanda. Questa specie di cose basta già di per sé ad allontanare un mucchio di brave persone. E il loro istinto è perfettamente sano, perché l’originale in fatto di dieta è per definizione una persona disposta a tagliarsi fuori dalla società umana nella speranza di aggiungere cinque anni di vita alla sua carcassa; vale a dire una persona che ha troncato ogni contatto col genere umano”.