La scrivania senza sedia salva la vita e libera le idee e l'aggressività

Annalena Benini
L’ultima frontiera salutista: non sedetevi mai più. Naturalmente in questa ossessione salutista non vengono considerati coloro che, oltre a stare seduti, accavallano le gambe bloccando la circolazione per ore: sono sventurati senza alcuna speranza.

Stare seduti è una maledizione, ed è la spiegazione di tutto. Qualunque cosa vi succeda (sentirsi stanchi, avere mal di testa, mal di schiena, essere sovrappeso, sottopeso, avere la cellulite, problemi al menisco, depressione, apatia, troppa fame, niente fame, perdere i capelli, senso di angoscia, deficit da accudimento, calo del desiderio, impotenza, malumore), ci sarà una persona che, fissandovi con gli occhi a fessura, chiederà: lei passa molto tempo seduto, vero? Ogni minuto che passiamo seduti è un minuto, forse due, di vita in meno.

 

Stare seduti è come fumare un pacchetto di sigarette, una di quelle abitudini da vietare nei luoghi pubblici (non bastano le sedie ergonomiche, non basta alzarsi in piedi ogni mezz’ora e fare il giro della scrivania, non basta nemmeno fare sport): l’unico modo per sopravvivere è stare sempre in piedi (ci sono anche spiegazioni darwiniste che citano l’homo erectus). Naturalmente in questa ossessione salutista non vengono considerati coloro che, oltre a stare seduti, accavallano le gambe bloccando la circolazione per ore: sono sventurati senza alcuna speranza e vanno abbandonati al loro destino di formicolii, blocco del flusso di sangue al cervello, metabolismo distrutto. Ogni accavallamento di gamba, anche a scopi seduttivi, è la firma di una condanna a morte. Provate a guardarvi intorno: quanti colleghi di scrivania, seduti come voi tutto il giorno davanti a un computer, hanno un’aria sana? E quanti di loro vi sembrano privi di nevrosi, acciacchi, fissazioni, paranoie? Secondo la nuova moda dello stare in piedi, anche il tempo necessario a leggere questo articolo è un’ipoteca sul futuro del corpo e della mente. Così in America si stanno sperimentando ed elogiando i benefici dello standing desk, la scrivania in piedi. Una scrivania più alta di quelle normali, in cui sia possibile lavorare (anche pranzare, amoreggiare, litigare) senza sedersi mai. “Un importante cambiamento dello stile di vita”, ha ironizzato tempo fa il New Yorker. “In una scrivania in piedi, il metabolismo aumenta”.

 

[**Video_box_2**]Potremo quindi mangiare tutto quello che vogliamo (l’intorpidimento ai polpacci è il segno che il metabolismo riprende vita), e in poco tempo noteremo uno sviluppo muscolare, in noi stessi e nei vicini, che renderà più esteticamente piacevole la permanenza in ufficio fino a tardi. Si tornerà a casa pieni di energie e si troverà ripugnante l’idea di crollare sul divano. Poiché lo stare in piedi stimola l’attività fisica e cerebrale, ma anche l’aggressività (tutti quei corpi allo stremo ma pronti a scattare), capiterà di sedare più risse del solito sul luogo di lavoro, ma con il senso di un’armonia primitiva ritrovata e di una comunione ecologica con il pianeta: le sedie inquinano. L’unica perplessità ambientale riguarda la sostituzione delle vecchie e dannosissime poltrone da ufficio con il tapis roulant, già in uso in molti uffici illuminati: ma chi non farà subito il passaggio da seduto (gobbo e malato) a in piedi non avrà forse nemmeno il tempo di farsi un’opinione al riguardo.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.