Oggi a Piacenza per guardare al futuro con (ragionevole) ottimismo

Carlo Lottieri

Due giorni di appuntamenti alla seconda edizione del Festival della cultura della libertà

Da oggi e fino a domani a Piacenza, nella cornice di Palazzo Galli, si terrà il Festival della cultura della libertà: un’iniziativa che, come lo scorso anno, è il risultato della cooperazione tra diversi soggetti, tra i quali si contano Confedilizia e il Foglio. Il focus di questa seconda edizione, intitolata “Nuove frontiere, nuove sfide”, è sul rapporto tra libertà e cambiamento, nella convinzione che una società libera sia per definizione aperta alle novità. Per certi aspetti, si tratterà di provare a vincere quell’atteggiamento assai diffuso in Europa secondo il quale ogni trasformazione è più un rischio che un’opportunità, più un pericolo che un’occasione da cogliere. Ovviamente non tutto ciò che soppianta i vecchi schemi va giudicato in termini positivi, ma è pur vero che è ragionevole nutrire un qualche ottimismo: nella consapevolezza che stiamo facendo i conti con un tracollo epocale dello stato moderno. Se già più di un secolo fa Santi Romano parlava di crisi della sovranità, oggi il processo è in una fase assai più avanzata: in vari paesi d’Europa i confini sono messi in discussione e un po’ ovunque le funzioni fondamentali solitamente attribuite allo stato (moneta, protezione, diritto) sono rivendicate dai privati. Da ciò discende che molti mutamenti in atto siano proprio nel segno di un ampliamento della facoltà di scegliere e decidere. Per questa ragione a Piacenza vi sarà spazio per un tema come l’utilizzo degli ogm in agricoltura, che vede la legislazione italiana schierata a difesa dei pregiudizi ambientalisti senza solide ragioni. E poi si ragionerà sul rapporto tra internet e libertà, nella consapevolezza che se oggi la rete è al centro di larga parte della nostra vita, è sempre più necessario conoscere le logiche profonde di questa infrastruttura, per capire “se” e “in che modo” sia opportuno regolarla. Riflettere sulle reti informatiche, oggi, significa anche e soprattutto interrogarsi su Bitcoin e sulle criptomonete: ossia su quel nuovo universo monetario e finanziario che, muovendo dal mercato e senza disporre di uno stato alle proprie spalle, ha sfruttato l’universo del virtuale per lanciare la propria sfida alle banche centrali e, più in generale, per provare a rivoluzionare il rapporto tra politica e finanza. E se la ricchezza che si sposta sui portafogli privati opera una sorta di “secessione” dal sistema bancario, ugualmente importante è chiedersi cosa stia accadendo in Catalogna: dove lo stato spagnolo (in nome della Costituzione) prima ha impedito di votare sul distacco della comunità catalana da Madrid e ora si mostra indisposto a riconoscere perfino il risultato di elezioni che esso stesso ha organizzato.

   

Una discussione sarà dedicata pure a quel processo di risocializzazione del diritto che ha luogo quando due soggetti si rivolgono a un arbitro o a un mediatore, evitando di andare in tribunale. Se il Novecento è stato il secolo dell’identificazione tra stato e diritto, è interessante che oggi trovino spazio queste forme alternative di risoluzione delle controversie, grazie alle quali la società torna a riappropriarsi del diritto: al fine di risolvere i propri conflitti in maniera più equa e in tempi più veloci. Il dibattito culturale del tempo in cui viviamo, inoltre, è dominato da questioni ormai classiche, ma non per questo uscite di scena. E così a Piacenza si discuterà di cosa sia stata l’utopia comunista, di come ci si debba rapportare dinanzi ai processi di secolarizzazione e alla sfida del fondamentalismo, degli interrogativi che solleva la bioetica contemporanea, di quali strategie è opportuno adottare per ridurre spesa pubblica e tassazione, dell’atteggiamento da tenere di fronte a quell’immigrazione di massa che sta cambiando in maniera radicale la società.

   

Durante la due giorni si potranno ascoltare gli interventi di alcuni ospiti cui sono stati affidati temi di particolare spessore: e così Oscar Giannino parlerà del rapporto tra proprietà e libertà, Luca Ricolfi si soffermerà sull’egualitarismo e Lorenzo Infantino ricorderà la grande eredità intellettuale di Friedrich von Hayek. Si proverà insomma ad andare al cuore delle questioni per affrontare il futuro con maggiore consapevolezza.

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