Le scimmie sono moleste. Ma nessuno in Asia si azzarda a contestare questo assunto

Giulia Pompili

Nella prefettura di Nagano mentre voi vi rilassate dentro l’acqua caldissima, è possibile che il vostro vicino di posto sia un macaco, ed è divertente osservare i lontanissimi cugini che si godono le terme

Roma. Nella prefettura di Nagano, nel mezzo delle Alpi giapponesi, c’è un onsen – così si chiamano le terme naturali nipponiche – tra i più famosi al mondo. Il posto si chiama Jigokudani, ed è molto popolare perché la foresta in cui sono immerse le terme è anche la casa di una delle più vaste popolazioni di macachi giapponesi. Qui tutto ruota intorno alle scimmie, che sono la vera attrazione dell’onsen: mentre voi vi rilassate dentro l’acqua caldissima, è possibile che il vostro vicino di posto sia un macaco, ed è divertente osservare i lontanissimi cugini che si godono le terme proprio come se l’evoluzione fosse in qualche modo sospesa (per qualcuno è senz’altro vero). In ogni caso, che i macachi non abbiano più paura dell’uomo è un gran colpo turistico. Ma chissà i turisti dell’onsen che cosa direbbero, se sapessero che i cittadini della prefettura di Nagano in realtà le scimmie le odiano. E anzi, una delle tradizioni più antiche sarebbe quella di pasteggiare con il cervello delle scimmie che si avvicinano ai villaggi. Si cattura il macaco, si piazza sotto a un tavolo, e si mangia dalla calotta cranica aperta mentre è ancora viva. Ok, probabilmente è una leggenda che raccontano ai gaijin, gli stranieri in giro per la foresta – una leggenda che viene dalla Cina – ma qualcosa di vero sotto c’è: a nessuno da queste parti piacciono davvero le scimmie, non da quando l’abitudine dell’uomo di farne un’attrazione turistica le ha portate a essere sempre più vicine, sempre più moleste.

 

In Malaysia, al parco statale di Perlis, a Kangar, è difficile perfino fare un pic-nic in famiglia. Online ci sono numerosi forum che dibattono dell’ormai pericolosa colonizzazione delle scimmie in uno dei parchi della zona: qui non sono stati ancora denunciati attacchi all’uomo, ma lo Straits Time riportava ieri la testimonianza di qualcuno che “era stato inseguito” da un paio di scimmie “di medie dimensioni”, che ovviamente miravano al cibo che il visitatore si era portato dietro. Il direttore del parco, Mohamad Affendi, al giornale ha risposto che il problema creato dalle scimmie è dovuto all’uomo, e ai visitatori “che amano gli animali e quindi gli danno da mangiare”. La scorsa settimana, una scimmia è entrata nel Parlamento indiano. Non era molesta, la discussione è stata sospesa quando il primate si è avvicinato all’assemblea, e sembra abbia usato un tunnel sotterraneo per intrufolarsi. All’inizio di agosto a Boyolali, una regione della provincia di Giava centrale, in Indonesia, il governo locale ha dato l’autorizzazione “all’esercito, alla polizia locale e ai cacciatori” di sparare alle scimmie. La regione è letteralmente stata invasa dalle scimmie che finora hanno attaccato almeno undici persone, oltre ad aver rovinato campi e raccolti. E’ possibile che la popolazione di scimmie si sia spostata per un problema climatico, il cibo nella foresta scarseggia per via della siccità. Online i giavanesi si scambiano consigli per abbattere le scimmie moleste. Non è un problema nuovo. In uno dei parchi più belli di Bali, a Ubud, prima di entrare i turisti vengono avvertiti: le scimmie rubano.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.