Il pm Paolo Ielo (foto LaPresse)

Così la stampa estera racconta la scomparsa di Mafia Capitale

Redazione

Una rassegna di quotidiani e notiziari dal mondo racconta come "finisce il maxi-processo che ricordava le vecchie inchieste giudiziarie degli anni Novanta"

Sentenza di primo grado per il processo "Mafia capitale". Sono stati riconosciuti colpevoli Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, condannati rispettivamente a 20 e a 19 anni di carcere. I giudici del tribunale di Roma hanno fatto cadere l’aggravante di associazione mafiosa per tutti i 46 imputati del processo, riqualificando le accuse in due distinte associazioni a delinquere. Ecco cosa scrivono i giornali stranieri.

Reuters

"Anche se è stato soprannominato il processo 'Mafia Capitale', il giudice non ha condannato nessuno degli imputati per 'associazione mafiosa', declassando la gravità delle condanne, con una grave battuta d'arresto per l'accusa", scrive Reuters.

"I pubblici ministeri avevano cercato di collegare la banda alla mafia siciliana e di paragonare i suoi metodi a quelli dei tradizionali clan del crimine organizzato nel tentativo di vincere le fasi più lunghe del processo ed espandere l'uso della legislazione antimafia di là della sua applicazione ai più noti gruppi come 'ndrangheta e camorra. Il tribunale ha stabilito che gli imputati erano colpevoli di ciò che la legge italiana considera "semplice" associazione a delinquere. 'Non c'è mafia in questo processo', ha dichiarato con un largo sorriso l'avvocato di Carminati, Ippolita Naso, dopo che il giudice ha letto la sentenza".

 

Bbc

"Quarantasei persone sono state messe sotto processo e molte sono state condannate per corruzione", scrive la britannica Bbc.
"Tuttavia, il giudice ha assolto tutti i 46 dall'accusa di associazione mafiosa. Milioni di euro sono stati rubati, in uno scandalo che molti reputano sia la causa del cattivo stato dei servizi nella capitale".

 

Washington Post

"Il tribunale di Roma – scrive il quotidiano americano – ha condannato giovedì decine di imputati in un processo di corruzione ad ampio raggio che ha rivelato un sistema di tangenti e intimidazioni per ottenere il controllo dei contratti della città, ma ha assolto tutti gli imputati principali dall'accusa di associazione mafiosa. Il processo è stato il primo in Italia ad unire accuse di corruzione a quelle della criminalità organizzata, e il rifiuto della corte rifiuto delle accuse di associazione di stampo mafioso è un duro colpo per i procuratori che si sono occupati del caso, propagandato dai media italiani come 'Mafia Capitale'".

 

 El Pais


"Doveva essere una sentenza storica", scrive il quotidiano spagnolo Pais. Per la prima volta un tribunale avrebbe riconosciuto ufficialmente l'esistenza di una mafia a Roma. La quinta d'Italia. Così è come due pubblici ministeri della capitale, la polizia e fiumi di inchiostro speso dai giornalisti nel corso di quattro anni avevano dipinto le avventure dei protagonisti del caso. Ma dopo 290 udienze, 46 imputati (16 a 416 bis per associazione mafiosa), politici, funzionari e un leggendario ex terrorista di estrema destra in grado di essere in tutte le cloache italiane dagli anni Ottanta e che dirigeva l'organizzazione nota come 'Mafia Capitale', i giudici hanno deciso che il caso non va oltre un grande problema di corruzione. Il reato di associazione mafiosa è stato escluso dalle sentenze. E finisce il maxi-processo che ricordava le vecchie inchieste giudiziarie degli anni Novanta".

 

Ntv

"Carminati e Salvatore Buzzi hanno ricevuto 20 e 19 anni di carcere", aggiunge la tedesca Ntv ma ricorda che "tuttavia il giudice non ha seguito nella sua sentenza il parere del pubblico ministero che era la rete fosse una organizzazione mafiosa".

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