Foto LaPresse

C'è un panda gigante da 147 grammi che vale 242 milioni di dollari

Giulia Pompili

Il neonato allo zoo di Tokyo è il figlio della cinese Shin Shin

Roma. E’ nato il 12 giugno scorso ed è già una celebrità in Giappone, pur avendo origini cinesi. Ma siccome per gli animali esiste lo ius soli, il piccolo cucciolo di panda che ha visto la luce nello zoo di Ueno, a Tokyo, uno dei più grandi e antichi e belli del mondo, è già l’attrazione principale del parco giapponese, dove centinaia di persone da giorni fanno la coda per sbirciare il neonato. Quando si è scoperto che il parto era andato a buon fine, perfino il portavoce del premier Shinzo Abe, Yoshihide Suga, ha detto: “Siamo così felici. Voglio che questo cucciolo cresca forte e in salute”. E poi: “E’ la più grande testimonianza dell’amicizia tra Cina e Giappone”. E pure da Pechino il portavoce del ministero degli Esteri, Lu Kang, ha detto: “E’ una bella notizia. Un panda gioca un ruolo fondamentale nell’amicizia tra i due paesi”. Il piccolo panda gigante, che attualmente è senza peli e senza nome (anche assegnargli un nome in Giappone è un evento pubblico) è il figlio di Shin Shin e Ri Ri. Sono i due mammiferi di undici anni – una femmina e un maschio – donati nel 2011 da Pechino a Tokyo. Era il momento d’oro della panda diplomacy, nata nel Settimo secolo in Cina con l’imperatrice Wu, che mandò i primi due cuccioli nella capitale nipponica in segno di amicizia. Una politica poi rivitalizzata pure da Mao negli anni Cinquanta, che regalò alcuni esemplari agli alleati russi e nordcoreani. I diplomatici bianchi e neri più famosi, però, sono stati Hsing-Hsing e Ling-Ling, regalati a Richard Nixon dal premier cinese Zhou Enlai – che in cambio ebbe una coppia di buoi muschiati. A un certo punto la Cina ha dovuto sospendere la panda diplomacy per motivi tecnici. Il problema è che i panda si accoppiano poco, soprattutto se in cattività, e secondo le stime ce ne sarebbero duemila in tutto il mondo. Così, quando nasce un cucciolo, è una festa.

 

Shin Shin e Ri Ri sono stati visti fornicare nel febbraio scorso. Sui giornali giapponesi la notizia era stata coperta diffusamente, e pure quando a maggio Shin Shin aveva iniziato a mostrare i primi segni di gravidanza (dormendo e mangiando poco) anche lì c’era stato un bollettino medico al giorno. Del resto i due avevano dato alla luce un figlio nel 2012, che era morto per problemi respiratori sei giorni dopo. Allora fu una specie di lutto nazionale, visto che non nasceva un panda a Tokyo da ventiquattro anni. E anche questo cucciolo non si sa bene di che sesso sia e se riuscirà a sopravvivere: i cuccioli di panda nascono piccolissimi, online c’è il video del momento in cui Shin Shin lo mette al mondo che ha già avuto migliaia di visualizzazioni. L’ultima notizia che viene dalla privatissima cuccia di Shin Shin riporta la visita medica effettuata da un veterinario cinese specializzato in panda giganti (no, non è Maurizio Milani), chiamato apposta per il nuovo nato. Il medico ha dichiarato, con dovizia di particolari, che “l’animale pesa 147 grammi ed è lungo 14,3 centimetri. Il suo genere è ancora sconosciuto”, si allatta dalla mamma – che è ancora un po’ spossata, e vista la crucialità di questi primi sette giorni sarà sistemato per qualche ora al giorno in incubatrice.

 

Se una famosa squadra di baseball vincesse un campionato, porterebbe alla città lo stesso giro d’affari della nascita del piccolo panda. Lo ha detto Katsuhiro Miyamoto, docente di Economia alla Kansai University di Osaka a Xinhua, aggiungendo che secondo le sue proiezioni il neonato potrebbe attirare nella capitale giapponese più di 5 milioni e mezzo di persone, per un volume d’affari totale di 242 milioni di dollari. Oltre al risultato geopolitico di riavvicinare, almeno zoologicamente, Tokyo e Pechino. Mica male, per un panda di 147 grammi.

Di più su questi argomenti:
  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.