Ansa

la vicenda

Il fascismo delle istituzioni contro la famiglia che vive nel bosco

Maurizio Crippa

Mentre i tre bambini rimangono separati dai loro genitori, in tutta Italia sono in 5 mila i "neorurali" che decidono di vivere in natura: i giudici e i benpensanti organizzeranno una grande retata, per difenderli dalle loro scelte e per il loro benessere psichico?

Mentre i tre bambini del bosco, colpevoli di nulla, rimangono separati dai loro genitori in virtù di un’ordinanza del Tribunale per i minorenni dell’Aquila – un provvedimento di estrema gravità, che va preso, e con le molle, solo nei casi di vero rischio, di violenze e quant’altro, altrimenti si gettano le basi di disastri come Bibbiano, tutte cose che in questo caso non ci sono – molti commenti su stampa e social denunciano la “politicizzazione” della vicenda e danno ovviamente la colpa a Salvini, o a Meloni. Peccato che a politicizzare la vicenda siano state da subito voci ascrivibili alla sinistra, la sinistra che non riesce a perdere il vizio di farsi ancella dei tribunali, pretendendo in più di essere giudice morale, pronte a schierarsi a difesa di un molto ipotetico concetto di “legalità” che i reprobi genitori avrebbero violato. Di qui la Democrazia e la Legge, maiuscolo, dì là gli antisociali a un passo dal comportamento delittuoso cui togliere i figli. Peccato che a difesa corporativa dei magistrati coinvolti si sia subito schierato invece il più politicizzato dei sindacati, l’Anm dell’Aquila, “giudicando inopportuno ogni tentativo di strumentalizzazione”. Ohibò. Peccato che sia mosso addirittura, con gran solerzia, il Csm, organo costituzionale ahinoi non così digiuno di politicizzazione: “A tutela dei magistrati”, e giungendo a segnalare “rischi di una strumentalizzazione del caso nel dibattito politico e referendario sulla giustizia”. Molto bene.

Poi intanto si apprende che il più grave dei “reati” commessi dai genitori, quello del mancato adempimento scolastico, secondo quanto comunicato dal ministero dell’Istruzione non sussiste: nel caso dei tre minori l’obbligo scolastico è rispettato (stiamo parlando dell’Abruzzo, che ha un tasso dell’8 per cento di abbandoni, ma non abbiamo visto retate di Carabinieri nel bosco). Quanto alle altri gravi colpe, certificano gli avvocati che la casa è in condizioni di abitabilità e affermano anche che i bambini siano in regola con le vaccinazioni (qualcuno almeno su questo è in grado di chiarire, prima di prendere provvedimenti?). Quanto alla più cervellotica delle argomentazioni dei magistrati, la “socialità negata” che potrebbe “avere effetti negativi sullo sviluppo cognitivo ed emotivo”, oltre a non comparire minimamente in questa triste e assurda storia, è una decisione che non può essere presa dalla magistratura in base al proprio personalissimo giudizio. In ogni caso, un provvedimento di enorme gravità come la sottrazione di figli minori ai genitori può essere assunta solo per cause drammatiche, e documentate. E non è evidentemente questa la situazione. Tutto il resto, compresi i ridicoli commenti letti qua e là sulla inadeguatezza dei genitori, sulla presunta sofferenza dei bambini, sono pregiudizi e preconcetti da Stato etico, anzi peggio: quando si fanno opinione comune che tenta di imporre per via giudiziaria la propria volontà sono un tipico, orribile caso di fascismo delle istituzioni.

Ps. Si scopre nel frattempo che i in Italia vivono almeno cinquemila “neorurali”, persone con o senza figli che scelgono di vivere più o meno nelle stesse condizioni di “stato di natura” di Nathan e Catherine. Vivono “off-grid” come dicono in America dove la moda è nata. I giudici e i benpensanti organizzeranno una grande retata, per difenderli dalle loro scelte e per il loro benessere psichico? 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"