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il carburante
L'esplosione a Roma e il Gpl: non serve criminalizzare una tecnologia, ma capire come conviverci in sicurezza
Ancora una volta il gas di petrolio liquefatto è protagonista di un grave incidente. Ma l'allarmismo è sbagliato, mentre un approccio razionale è possibile. Appunti e numeri
Il Gpl (gas di petrolio liquefatto) è stato il protagonista dell’incredibile esplosione che è avvenuta in un distributore a Roma est, in via dei Gordiani. Una fuga di gas, una prima forte esplosione, una seconda esplosione pochi minuti dopo, il boato. Ci sono almeno 50 feriti. Tutto nasce da un’autocisterna che aveva appena finito di scaricare il Gpl nella pompa. E dunque qualcuno potrebbe chiedersi: Gpl, perché ancora tu? Il Gpl, in Italia e non solo, è largamente utilizzato per diversi scopi. Nel trasporto come combustibile alternativo a gasolio e benzina costa un po’ meno e fra l’altro ha meno emissioni inquinanti, nel riscaldamento e nella cottura dei cibi quando l’utenza non è collegata alla rete del gas ma fa uso dei cosiddetti bomboloni assai diffusi nelle campagne. E infine nell’industria petrolchimica, come materia prima per fibre plastiche importanti come il polipropilene. Se ne consumano solo in Italia circa 3,3 milioni di tonnellate, abbastanza costanti nel tempo. Normalmente si trova allo stato gassoso, ma nel trasporto viene compresso allo stato liquido. Torna allo stato gassoso appena “liberato“ e come gas è fortemente infiammabile. Tutte le operazioni devono essere fatte con mille cautele. Purtroppo in Italia è già stato protagonista di un grave disastro nel 2009, quello conseguente al deragliamento a Viareggio di un convoglio composto da 14 carri cisterna con relativa esplosione che costò la vita a 32 persone e provocò danni ingenti.
E’ probabile che l’incidente accaduto a Roma, in una zona fortunatamente a bassa densità abitativa, sia stato causato da qualche manovra sbagliata nella fase di scarico nel serbatoio a cui era destinato. E’ un momento molto delicato che deve essere svolto con tutte le precauzioni del caso. Sono centinaia di migliaia, probabilmente milioni, le operazioni di trasporto, carico e scarico del Gpl che avvengono ogni anno in Italia e le misure di sicurezza imposte dalla regolamentazione italiana sono fra le più severe. Ma purtroppo l’evento negativo è sempre possibile e quindi l’altra misura da adottare è quella di tenere questo tipo di impianti sempre sufficientemente lontani dalle abitazioni. Probabile che adesso si scateni la caccia all’impianto Gpl secondo il costume nazionale che privilegia le emozioni alla logica e al ragionamento. Uno degli incidenti più diffusi fra quelli legati all’uso di gas e combustibili per usi vari è quello relativo al gas domestico. Sono decine di casi ogni anno, talvolta con esplosioni che riducono in macerie intere palazzine. E’ una delle principali cause di incidenti mortali domestici. I dati Istat mostrano come le morti per incidenti domestici siano circa 6.000 all’anno, contro le circa 1.200 per incidenti sul lavoro. Non per questo si chiede il divieto dell’uso del gas nelle abitazioni italiane. O la proibizione dei phon, della scala a pioli, degli strumenti da taglio, degli utensili elettrici. Anzi la penetrazione del gas nelle case italiane ha portato benefici importanti e ridotto l’inquinamento ambientale. Il punto dunque non è criminalizzare una tecnologia, quanto capire come conviverci in sicurezza. Se quindi dopo questo incidente, sicuramente grave, si vuole procedere a una generale revisione della localizzazione degli impianti e al controllo delle misure di sicurezza adottate, ben vengano queste misure. Sempre nella consapevolezza che purtroppo il rischio zero non esiste in nessun campo e che l’analisi costi/benefici è l’unico modo razionale per affrontare il problema.