Il caso

A Roma cambiare i vertici di Ama è uno sport, ma non risolve la grana monnezza

Gianluca De Rosa

Dopo una dura riunione con i consiglieri di maggioranza il sindaco Gualtieri ha deciso: il 14 luglio sostituirà il dg Andrea Bossola. Ma il problema è che non ci sono i camion per la raccolta e il rischio è che fino a settembre sia emergenza

L’emergenza rifiuti a Roma non finirà prima di settembre. A spiegarlo ai consiglieri Pd e del resto della maggioranza è stato direttamente il sindaco Roberto Gualtieri durante una riunione molto tesa a palazzo Senatorio che si è svolta ieri sera. La città da alcune settimane sprofonda di nuovo nella monnezza – si parla di oltre mille tonnellate sparse intorno ai cassonetti di tutta la città – e i consiglieri hanno chiesto con forza una soluzione e tempi più rapidi. Alla fine si è giunti a quella che a Roma è una prassi sin troppo consolidata: cambiare i vertici amministrativi dell’Ama. Virginia Raggi durante i suoi cinque anni riuscì a sostituire – tra  amministratori unici, cda e direttori generali – ben sette volte la cabina di comando della municipalizzata. Un record assoluto che di certo non contribuì alla pulizia della città. Gualtieri guarda a quell’esperienza disastrosa come un monito. Ciònostante anche lui si appresta al secondo cambio ai vertici.

In cima all'ordine del giorno della seduta del cda del prossimo 14 luglio si legge "revoca e conferimento di incarichi dirigenziali". Gualtieri chiederà all’attuale dg, Andrea Bossola, ingegnere con un lungo passato in Acea, un passo indietro. Per il sindaco sarà come detto il secondo cambio, dopo quello programmato a giugno scorso con il cda presieduto da Daniele Pace che è subentrato all’amministratore unico, l’ex ministro Angelo Piazza. Un cambio che il sindaco auspica sia l’ultimo. A Milano dove la raccolta differenziata – forte di un diffusissimo sistema porta a porta – ha raggiunto nel 2021 il 62,5 per cento di raccolta differenziata (+17,5 per cento rispetto a Roma ferma al 45) i vertici del sistema cambiano raramente. In Amsa – società del gruppo della multiutility A2A, a controllo pubblico ma quotata (un po’ come se a Roma Ama fosse di Acea) che si occupa della raccolta della spazzatura – l’economista Federico Maurizio d'Andrea presiede il cda senza scossoni dal 2019.

Insomma cambiare non sempre aiuta. Anche per questo, nonostante alcuni consiglieri abbiano chiesto di sostituire pure il presidente Pace, è sicuro che Gualtieri lascerà il manager di Invitalia, di cui si fida ciecamente, al comando della municipalizzata. Non si sa invece ancora chi prenderà il posto di Bossola. I consiglieri capitolini auspicano una soluzione interna, quella del vicedirettore Emiliano Limiti. Gualtieri però vorrebbe optare ancora per un esterno, “un nome di alto profilo”, dicono dal Campidoglio, che, soprattutto, sia subito in pista, già dal 19 luglio quando Gualtieri riunirà un’altra volta la maggioranza. Per questo il sindaco avrebbe già affidato a una società esterna la selezione di una rosa di nomi. Difficile però che le cose possano cambiare così in fretta.

La questione mezzi – quasi metà della di camion e squaletti per la raccolta è fuori uso – non ha soluzioni rapide. “E questa situazione – ha detto il sindaco ai consiglieri – è dovuta a questo, non ci sono altri problemi”. Una replica a quei consiglieri che avevano sostenuto che ci fosse un problema con i lavoratori di Ama, arrabbiati con l’amministrazione e i vertici aziendali per averli “colpevolizzati” e aver cancellato alcuni provvedimenti, come il bonus di 200 euro per il lavoro festivo sostituito dai normali straordinari. Il sindaco ha replicato sostenendo che il problema non riguarda i dipendenti, ma la flotta Ama. E dunque “Anche se più lavoratori avessero aderito agli straordinari, non ci sarebbero stati i mezzi da guidare”.

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