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editoriali

Polizia per la democrazia alla Sapienza

La narrazione passata, complici i giornali e i social, è che gli studenti “democratici” sono stati manganellati: è iniziato il Ventennio. Così non è. Attenti alla pericolosa retorica sui “manganelli”, la violenza è certo antifà

Marxisti immaginari, secondo la celebre definizione di Vittoria Ronchey. Qui nemmeno più marxisti, figurarsi: semplicemente avanguardisti di una classe inesistente. O situazionisti di un antifascismo in assenza di fascismo conclamato – a fiducia di governo democratico appena votata. Situazionisti dell’antifascismo però non meno violenti, né pericolosi: quelli ad esempio che martedì hanno tentato di fare irruzione in un’aula della Sapienza per impedire lo svolgimento di un incontro organizzato da Azione universitaria con Fabio Roscani, deputato di Fratelli d’Italia e Daniele Capezzone. Studenti ai quali, come ha scritto Lucetta Scaraffia sulla Stampa, nessuno ha insegnato che “impedire di parlare a chi la pensa diversamente è tipico delle dittature, e quindi anche del fascismo”. O, per esprimere lo stesso concetto in modo più diretto e brutale, come ha fatto Carlo Calenda commentando lo stesso episodio: “Durante le cariche i fascisti erano dall’altra parte? Sì”. Ma pochi altri si sono assunti la responsabilità di dire il vero.

 

La narrazione passata, complici i giornali e i social, è che gli studenti “democratici” sono stati manganellati dalla polizia: è iniziato il Ventennio. Così non è. La polizia ha impedito l’irruzione dei facinorosi, e il grido “fuori i fascisti dall’università” è stato doverosamente respinto ai mittenti, in una democrazia compiuta. Può sembrare, e ci si augura che sia, una scaramuccia da niente. Ma la paglia secca fa in fretta a bruciare. Ieri un gruppetto, minoritario, di studenti ha occupato il liceo Pilo Albertelli di Roma al grido “questa è la risposta migliore alla repressione poliziesca e alla deriva reazionaria che abbiamo visto ieri alla Sapienza”. Sabato scorso, a governo non ancora formato, a Bologna uno studente universitario prometteva: “Ogni luogo di lavoro, ogni piazza, ogni università sarà una barricata”. Fuoco di paglia o strategia che sia o possa diventare, il tentativo di creare tensioni inesistenti attribuendole al nuovo “fascismo” andrà tenuta d’occhio. Da chiunque creda alla democrazia e alle istituzioni.

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