Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

La tragedia di Ardea e il falso mito dell'Italia violenta

L'ultimo, intollerabile orrore resta un episodio isolato: gli assassinii registrati nel 2019 sono un terzo di quelli del 1991

L’orribile strage di Ardea suscita un’emozione forte e incontenibile. Pensare a quei due bambini stesi a terra per un atto incomprensibile di uno squilibrato, al pover’uomo ucciso mentre cercava in qualche modo di evitare il massacro, è insopportabile. Ci saranno inchieste, si cercheranno chiarimenti e responsabilità, ma niente può attenuare l’orrore e il dolore per quel che è accaduto.

 

E’ comprensibile che di fronte a un avvenimento inspiegabile e intollerabile si cerchino ragioni generali, si alluda a una società sempre più violenta. Fortunatamente questa, pur comprensibile, generalizzazione è infondata. La violenza in Italia diminuisce, gli assassinii registrati nel 2019 sono un terzo di quelli del 1991. L’Italia è uno dei paesi in cui si uccide di meno, il che naturalmente non toglie che ogni assassinio sia un oltraggio insopportabile. Però, quando si esprime un giudizio generale bisogna guardare alla foresta e non all’albero. Altrimenti si rischia di essere travolti dal gorgo irrazionale di una psicosi securitaria dagli esiti imprevedibili.

 

La battaglia per la sicurezza dei cittadini deve essere sempre gestita con attenzione, partendo dal fatto che comunque ha ottenuto risultati migliori di quelli raggiunti negli altri grandi paesi europei e in America. Se si considera che questo è accaduto nonostante in Italia siano presenti reti di criminalità mafiosa assai pericolose (che nel 1991 contribuivano per il 38 per cento al totale degli omicidi mentre nell’ultimo decennio non arrivano al 10 per cento) si deve evitare di cadere in visioni catastrofiste. Il fatto che gli omicidi siano di meno non li rende per questo accettabili, ovviamente. Si deve fare tutto il possibile per ridurre ancora questa terribile “statistica”, con la convinzione che lo si può fare perché in parte lo si è già fatto.

 

Di più su questi argomenti: