Botti e vaccini (moltissimi i botti)
Niente festa, solo la smania di sfogarsi. Quella di San Silvestro è stata una inutile notte di malumore funesto
Parafrasando un iconico titolo di Aldo Busi, si potrebbe sintetizzare: “Botti e vaccini (pochissimi i vaccini)”. Ma con più attenzione psicologica, si dovrebbe forse cogliere il senso contrario: “Botti e vaccini (tantissimi i botti)”. La notte di San Silvestro funestata dal lockdown e dal coprifuoco; la notte orbata dai cenoni e dai baci sotto il vischio; la notte che dopo aver ascoltato Mattarella, dritto dalla cintola in su come avesse il Covid a gran dispitto, non si sapeva più cosa fare ma la punizione della tombolata alternativa è stata ugualmente troppo dura. Questa notte sopra le righe, che normalmente ha il sapore agrodolce di una festa forzata e imperfetta, è diventata stavolta l’esplosione di un botto di cattivo umore, di rabbia, di rancore, di urlo.
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- Maurizio Crippa
"Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.
E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"