contro mastro ciliegia
Voler essere Diane Keaton tra Corona e Signorini
Il conduttore, che si era autosospeso da Mediaset, ora è indagato per violenza sessuale ed estorsione. E mentre le storie di letto (o di sofà) diventano materia di cronaca giudiziaria, tra il mascariatore e il mascariato, non si saprebbe con chi bere un caffè
Ci sono momenti in cui ci si vorrebbe nascondere sotto la sublime ala puritana della Diane Keaton di Manhattan, e dire come lei “io sono di Filadelfia, noi crediamo in Dio. Non parliamo di queste cose”. E chiuderla lì, ed evitare d’inzaccherarsi con misteri mediatico-pop e illazioni pop-giudiziarie che sono storiacce “dal materasso alla rete”, come diceva in tempi in cui nessuno sospettava un noto media digitale ormai molto mainstream. Basterebbe dire che tra Fabrizio Corona e Alfonso Signorini, il mascariatore e il mascariato, non si saprebbe con chi bere un caffè.
Però travestirsi da Diane Keaton non basta, si fa la figura della metà d’Italia che siccome non guarda “Falsissimo” o il “GF” e invece legge i giornaloni e vede i telegiornaloni è semplicemente disinformata. Loro tacciono. Ma voi non pensate “coda di paglia”. E non è bello essere disinformati del fatto che ora Signorini è indagato per estorsione e violenza sessuale, che si era autosospeso da Mediaset, e che il comunicato di Mediaset sembrava un sospiro di sollievo. Ma non sapremmo, noi che leggiamo il mainstream, che il mascariatore era stato perquisito prima del mascariato, perché come ha magnificamente scritto il gran Masneri le storie di letto e sofà sono “l’unico settore dove l’onere della prova è davvero dell’accusa”. Anche senza essere di Filadelfia, l’Italia è il paese che si merita i suoi tribunali più dei suoi sofà.
CONTRO MASTRO CILIEGIA