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CONTRO MASTRO CILIEGIA

Piccolo scoop europeo: a Medicina entra chi studia

Maurizio Crippa

Il problema non sono i "poveri comunisti" sindacalizzati di Landini ad Atreju (davvero un brutta idea, ministro). E neanche le iperboli del borioso Burioni. Ma c'è una piccola verità: in Francia, Germania, Regno Unito le percentuali di accesso alla facoltà sono attorno al 20 per cento. La selezione esiste ovunque, bisogna studiare. Altro che "populismo"

Dare di “poveri comunisti”, per giunta ad Atreju, dove i comunisti dovrebbero essere stati filtrati dalle zanzariere all’ingresso, non è francamente una buona idea. Davvero. Anche se i contestatori erano poi dell’Udu, il sindacato studentesco cinghia di trasmissione universitaria dello scioperante Landini, non degli studenti gabbati. Non è una tazza di tè nemmeno il borioso Burioni, pur virologo di chiara fama e d’alto personale concetto: quando dice che i famosi esami del semestre filtro lui li avrebbe passati “al quarto anno di liceo insieme a tutti i miei compagni di classe” fa un po’ appunto lo sborone, cosa che non serve a stemperare gli animi. Però aiuta, forse, a chiarire le cose. Che il sistema messo in campo da Bernini sia probabilmente un casino rivedibile, lo abbiamo detto. Ma ci sono anche evidenze che persino l’Udu potrebbe comprendere. In Francia, un sistema filtro migliore ma simile ammette a Medicina il 20 per cento dei candidati; in Germania, numero chiuso secco, la selezione è altissima; in Spagna, stesso criterio, pure. Nella liberista Gran Bretagna è attorno al 16 per cento. Il problema non è il comunismo, ma la necessità di studiare tanto invece sì. Perché la selezione esiste ovunque. E chi ciarla di “sistema populista” non ha capito nemmeno l’argomento.  

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"