Foto Ansa

conro mastro ciliegia

Scusi, dov'è il Louvre? Ginnasio contro galere

Maurizio Crippa

La perla preziosa, nella storia del furto più surreale del mondo, è la confessione di un imputato: "Non sapevo che fosse il Louvre". Così folle da essere senz'altro vera. E se invece di mandare in galera tutti i Doudou Cross Bitume del mondo li si condannasse a cinque anni a studiare latino, greco, e storia dell'arte?

Se c’è una cosa incomprensibile è perché mai uno come Gennaro Sangiuliano abbia mollato la corrispondenza Rai a Parigi per infilarsi un cappellino da fesso in Campania mentre a Parigi succedono cose che voi umani. Tipo il furto del Louvre, la password del Louvre, il ladro così misterioso da essere famoso sul web per i numeri con la moto. E soprattutto lui, Niakate Abdoulaye aka Doudou Cross Bitume, 39 anni da Aubervilliers e origine maliana, che ha dichiarato: “Non sapevo che quello fosse il Louvre”, pensava che il museo fosse sotto la Piramide (come il 96 per cento degli overtourist). Una giustificazione così surreale, persino per uno che venga da  Aubervilliers per fare le impennate, da risultare più che plausibile: vera. Roba da meritarsi un cappellino Maga ad honorem. Non si capisce come Sangiuliano si sia potuto privare di tutto questo. E mentre un ex presidente va alla Santè con il Conte di Montecristo come livre de Cayenne, un pensiero sorge inevitabile. Invece di tutti gli osceni fine pena mai e chiavi da buttare, si potrebbero trasformare le carceri, specie minorili, in licei-ginnasi vecchio stile. Condannare per cinque anni tutti i Doudou Cross Bitume a studiare latino, greco, trigonometria e storia dell’arte. Ora saprebbe dov’è il Louvre, e magari non si sarebbe fatto acciuffare.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"