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Scusi, dov'è il Louvre? Ginnasio contro galere
La perla preziosa, nella storia del furto più surreale del mondo, è la confessione di un imputato: "Non sapevo che fosse il Louvre". Così folle da essere senz'altro vera. E se invece di mandare in galera tutti i Doudou Cross Bitume del mondo li si condannasse a cinque anni a studiare latino, greco, e storia dell'arte?
Se c’è una cosa incomprensibile è perché mai uno come Gennaro Sangiuliano abbia mollato la corrispondenza Rai a Parigi per infilarsi un cappellino da fesso in Campania mentre a Parigi succedono cose che voi umani. Tipo il furto del Louvre, la password del Louvre, il ladro così misterioso da essere famoso sul web per i numeri con la moto. E soprattutto lui, Niakate Abdoulaye aka Doudou Cross Bitume, 39 anni da Aubervilliers e origine maliana, che ha dichiarato: “Non sapevo che quello fosse il Louvre”, pensava che il museo fosse sotto la Piramide (come il 96 per cento degli overtourist). Una giustificazione così surreale, persino per uno che venga da Aubervilliers per fare le impennate, da risultare più che plausibile: vera. Roba da meritarsi un cappellino Maga ad honorem. Non si capisce come Sangiuliano si sia potuto privare di tutto questo. E mentre un ex presidente va alla Santè con il Conte di Montecristo come livre de Cayenne, un pensiero sorge inevitabile. Invece di tutti gli osceni fine pena mai e chiavi da buttare, si potrebbero trasformare le carceri, specie minorili, in licei-ginnasi vecchio stile. Condannare per cinque anni tutti i Doudou Cross Bitume a studiare latino, greco, trigonometria e storia dell’arte. Ora saprebbe dov’è il Louvre, e magari non si sarebbe fatto acciuffare.
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