Foto:Ansa.
Contro Mastro Ciliegia
La differenza tra libertà d'espressione e violenza che nemmeno gli adulti conoscono
Un sedicenne è stato ammanettato dalla polizia in seguito a un tafferuglio fuori dalla scuola a Torino ai danni di militanti di Gioventù nazionale che stavano distribuendo un volantino. Il giorno dopo 120 famiglie, che non sanno la differenza tra libertà d'espressione e violenza, hanno scritto al preside per difenderlo
La vicenda dello studente di sedici anni di Torino ammanettato dalla polizia in seguito a un tafferuglio cui stava partecipando fuori dalla scuola, ai danni di militanti di Gioventù nazionale, è la classica occasione per la demagogia più stupida. I giovani di destra stavano semplicemente distribuendo un volantino “Contro la cultura maranza”. Non sarà la più intelligente delle iniziative, ma le idee sono libere. Però, racconta la pagina social del Collettivo, “immediata è stata la risposta degli studenti e studentesse, che hanno buttato nel cestino i messaggi di odio”. Democratici. E’ intervenuta la polizia, ha ammanettato il sedicenne “già noto alle forze dell’ordine perché aveva ricevuto altre denunce durante manifestazioni per la Palestina” (la Stampa). Insomma un recidivo da aiutare.
Ma la cosa che sorpassa ogni logica è che il giorno dopo 120 famiglie hanno scritto al preside per difendere l’ammanettato “trattato come un criminale mentre gruppi politici che si richiamano a ideologie xenofobe” eccetera. Adulti che non sanno la differenza tra libertà d’espressione e violenza. “A vent’anni si è stupidi davvero”, cantava il Maestrone. A sedici spesso di più. Ma è quando arriva l’età adulta che i genitori riescono a dare il peggio di sé.
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