
contro mastro ciliegia
Populisti e zero a zero. Sinner, la Serie A e l'illusione della gloria nazionale
Dal presunto scandalo per i pochi gol nel campionato italiano agli strepiti per il tennista che rifiuta la Coppa Davis. Ma lo sport va dove vuole
Il nostro provincialismo straccione, anzi sovranista, va sputando da due giorni titoloni e insulti contro Sinner e la sua legittima scelta di non partecipare alla Coppa Davis (l’ha già fatta vincere all’Italia due volte: che altro vogliono?). Ma il senso è chiaro: la Davis è oggi periferia del tennis, un’area interna depressa, una Rieti del tennis. Se sei un campione devi emigrare e lavorare dove conta davvero. C’è un’altra vetta ammorbante di provincialismo, applicato al calcio: il presunto scandalo per i pochi gol in serie A.
A parte che da Annibale Frossi a Giuàn Brera lo zero a zero era il “risultato perfetto”, il prodotto di sapienza tecnica e tattica, il calcio come gli scacchi, i piagnoni dei pochi gol che offendono l’Italia dovrebbero sapere che i gol ormai sono la negazione della partita: sono le clip di Instagram che incantano i ragazzini, durata d’attenzione 15 secondi e comprensione del calcio zero. Poi si lamentano che non nascono più i campioni. Ps. Grande emozione da “valori veri dello sport” per il Mjällby, squadra di un villaggio di pescatori svedese, che ha vinto il suo campionato. Piccola spiega: hanno vinto perché tutti i giocatori svedesi forti giocano all’estero (solo due nazionali giocano in patria). Esattamente come Sinner: lo sport va dove vuole, via di confini.

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