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contro mastro ciliegia

“Scusate la scemenza”, l'ultimo rifugio dei no Israele

Maurizio Crippa

Una dottoressa e un’infermiera si filmano mentre buttano una confezione di medicinali della multinazionale israeliana Teva, poi chiedono scusa: “Era un gesto simbolico volto alla pace”

Chiedere scusa è l’ultimo rifugio, non diremo delle canaglie perché non è il caso, ma senza dubbio di una stupidità sociale che pretende di essere libera opinione. Si fa o si dice una cazzata, e subito dopo si chiede scusa. Non c’è dichiarazione uscita storta che non si possa immediatamente raddrizzare con tante scuse. Ma non è così, frasi e gesti sbagliati nascono da pensieri sbagliati. Anche una dottoressa e un’infermiera della Casa della salute di Pratovecchio Stia, Arezzo, si sono infilate nell’ultimo rifugio per la loro furbata: “Chiediamo scusa da parte nostra per tutte le persone che si sono sentite offese dal nostro video. Era un gesto simbolico volto alla pace”.

Poco prima si erano filmate mentre prendono ognuna una confezione di farmaco e lo buttano nella monnezza. Direte: ecco le No Vax. No, invece. Ecco le proPal. Perché i medicinali erano della multinazionale israeliana Teva. Ma niente, volevano soltanto compiere un gesto di pace. Che le aziende farmaceutiche israeliane contribuiscano alla salute di milioni di persone, e dunque farne bersaglio di boicottaggi simbolici o reali sia una stupidaggine e non un’opinione, non lo hanno pensato. Del resto, da quelle parti un geniale sindaco aveva vietato la vendita di farmaci israeliani Ma che ci vuole? Poi si chiede scusa.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"