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contro mastro ciliegia
“Scusate la scemenza”, l'ultimo rifugio dei no Israele
Una dottoressa e un’infermiera si filmano mentre buttano una confezione di medicinali della multinazionale israeliana Teva, poi chiedono scusa: “Era un gesto simbolico volto alla pace”
Chiedere scusa è l’ultimo rifugio, non diremo delle canaglie perché non è il caso, ma senza dubbio di una stupidità sociale che pretende di essere libera opinione. Si fa o si dice una cazzata, e subito dopo si chiede scusa. Non c’è dichiarazione uscita storta che non si possa immediatamente raddrizzare con tante scuse. Ma non è così, frasi e gesti sbagliati nascono da pensieri sbagliati. Anche una dottoressa e un’infermiera della Casa della salute di Pratovecchio Stia, Arezzo, si sono infilate nell’ultimo rifugio per la loro furbata: “Chiediamo scusa da parte nostra per tutte le persone che si sono sentite offese dal nostro video. Era un gesto simbolico volto alla pace”.
Poco prima si erano filmate mentre prendono ognuna una confezione di farmaco e lo buttano nella monnezza. Direte: ecco le No Vax. No, invece. Ecco le proPal. Perché i medicinali erano della multinazionale israeliana Teva. Ma niente, volevano soltanto compiere un gesto di pace. Che le aziende farmaceutiche israeliane contribuiscano alla salute di milioni di persone, e dunque farne bersaglio di boicottaggi simbolici o reali sia una stupidaggine e non un’opinione, non lo hanno pensato. Del resto, da quelle parti un geniale sindaco aveva vietato la vendita di farmaci israeliani Ma che ci vuole? Poi si chiede scusa.