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Contro mastro ciliegia

Il nazismo è negli occhi di chi guarda

La frusta frase (ormai benpensante) di Schiele, "la pornografia è negli occhi di chi guarda", nessuno ha osato dirla

Maurizio Crippa

Adidas disegna sulla maglia della Nazionale tedesca un numero 44 in stile retrò, ma a qualche obnubilato sembra il simbolo delle SS. E basta lo scandalo a far ritirare la maglia

Avete presente? Ogni volta che qualcuno, non necessariamente un benpensante, obietta di un’opera letteraria o d’arti visive che più che arte pare pornografia, spunta immediatamente qualcuno più benpensante di lui (ha pensato di mettersi dalla parte dei giusti) che lo inchioda, “la pornografia è negli occhi di chi guarda”, riciclando la frase più o meno attribuita a Egon Schiele. E’ così inflazionato, il bon mot, che ormai si applica a tutti. Un quadro blasfemo? “la blasfemia è negli occhi di chi guarda”. Eccetera. Poi succede che la Adidas, azienda che veste la nazionale di calcio tedesca da 70 anni abbia prodotto una nuova maglia su cui spiccano numeri un po’ retró. Già usata, e nessuno ci ha visto nulla di strano, finché qualcuno ha immaginato che il numero 44 assomiglierebbe troppo al simbolo delle Schutzstaffel, le SS. Lo scandalo (sul nulla) è scoppiato, e Adidas ha bloccato la vendita della maglia 44. Col solito ridicolo mea culpa: “Come azienda ci impegniamo a opporci alla xenofobia, all’antisemitismo, alla violenza e all’odio”. Chiunque non sia obnubilato può vedere che quel numero è solo un numero, disegnato come si faceva una volta a scuola. Ma stavolta “il nazismo è negli occhi di chi guarda” non l’ha detto nessuno.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"