Contro mastro ciliegia

La chiave e i matti. Cosa resta della psichiatra uccisa

Maurizio Crippa

La morte di Barbara Capovani, aggredita dal paziente che aveva dimesso, scopre il panorama di macerie della salute mentale in Italia. La legge Basaglia non funziona più

Barbara Capovani era un medico psichiatra, responsabile del Servizio psichiatrico del Santa Chiara di Pisa. Bravissima, appassionata del suo lavoro con malati non facili da curare, solare. E’ stata aggredita e uccisa da un ex paziente psichiatrico, Gianluca Paul Seung. Un fatto tragico, secondo alcuni evitabile, ma non è chiaro come; secondo altri la solita tragedia annunciata, colpa dei tagli alla sanità (dunque responsabili anche degli psicopatici che uccidono). In ogni caso. Dal Corriere si apprende che, secondo i colleghi, la morte era evitabile perché Seung non era malato, ma in grado di intendere e volere, quindi “doveva stare in carcere”. Dunque la psichiatria gentile, se mai è esistita, non funziona più. Dalla Stampa si apprende invece che Seung era malato e andava curato ma non si riesce, e in ogni caso l’unica soluzione è sempre la stessa: psichiatria gentile. Quando la polvere sollevata dalla morte non accidentale di Barbara Capovani si sarà posata, il panorama di macerie ci mostrerà questo: che chi si occupa di curare rischia la vita, ma nessuno sa che farci; che la legge Basaglia non funziona più, se mai lo ha fatto; che anche i medici, e non solo i politici “di destra”, incominciano a dire che per certe persone c’è solo il carcere, e buttare la chiave. Progressi.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"