contro mastro ciliegia
Il grottesco weekend delle seconde file della sinistra
Dai Marinellisti ai sindaci antipatriottici fino a chatbot antifa e battaglie per la privacy dei ladri: imperdibili campagne di alleggerimento, mentre alla Nuvola davano la caccia ai cacicchi. Un breve riassunto
Quando i duri vanno a giocare le partite difficili, alla Nuvola per far fuori i cacicchi, per quelli che restano a casa scatta la Grande opportunità. Tutti a presidiare il rischio di vuoto d’impegno con nuove, imperdibili campagne di alleggerimento. Breve riassunto del weekend delle seconde file.
I marinellisti, la storia vera
Politici, twitteristi, persino giornalisti di una certa età si sono crogiolati nell’indignazione per il video di Meloni e Salvini che cantano Marinella. Vale la pena ricordare che quella che è una delle più brutte canzoni di De André – “Una tavoletta zeppa di concessioni retoriche”, ipse dixit), infatti la fece maltrattare a Mina in stile Canzonissima e solo la Pfm riuscì a salvarla cambiando arrangiamento – è stata per decenni la tipica canzonetta d’acchiappo in spiaggia, per cucinarsi le ragazze. La cantavano i boomer (di sinistra, a destra usavano Baglioni) fregandosene o non sapendo, allora, il senso del testo. Ora per i cinici d’allora la canzone d’acchiappo è diventata un inno sacro del dolore e il suo uso un orrore.
Resistenti alla patria
Il sindaco di Bologna Matteo Lepore, dev’essersi sentito molto solo nei giorni in cui la segretaria bolognese e il presidente emiliano, del suo partito, sono andati a Roma e si sono presi la scena, altro che la Dotta e la Grassa. E che pensa, il sindaco, per tener acceso l’interesse almeno sulla Rossa? Di togliere la dizione “patriota” dalle targhe delle strade, per uniformarle a “partigiani” e “partigiane”. Hai visto mai che in quest’epoca delle destre la parola risulti ambigua? A chi gli ha fatto notare che il foglio del gruppo partigiano Giustizia e Libertà, diretto dal partigiano-patriota bolognese Enzo Biagi, si chiamava Patrioti, ha risposto che la differenza tra le due parole viene dall’Anpi. Apperò. Tornare alle cose serie?
InfoAtac chatbot
Un altoparlante aveva lanciato l’allarme: “Attenti agli zingari”. Atac ha fatto sapere in tempo reale (ma allora quando vogliono riescono) di aver individuato il reo “dell’annuncio offensivo e discriminatorio”. Bel colpo. Ma qualche utente si è lamentato: “E’ razzismo anche trattarci come fate voi”. Ed ecco le seconde linee delle tranvie antifa, l’account InfoAtac. Che invece di dare informazioni s’è sentito investito del sacro ruolo. “Se ritieni che il razzismo non sia una cosa grave… beh non possiamo proprio aiutarti”. E giù di manganello come manco gli stalinisti di Rainews. Il sindaco chitarrista potrebbe spiegare a questi agit-prop che il loro lavoro è aiutare i cittadini a scoprire dov’è finito il loro bus. O sostituirli con ChatGPT.
Privacy per ladri
Una seconda fila milanese è Monica Romano, “attivista, scrittrice e politica italiana. E’ la prima persona transgender eletta al Consiglio comunale”. Complimenti. Ma questo non ne fa un* politic* intelligente. Ha postato: “Quest’abitudine di filmare persone sorprese a rubare sui mezzi Atm e diffondere i video è violenza, ed è molto preoccupante”. Per il nuovo genio dell’ordine pubblico “non è trasformando le persone in bersaglio che si ottiene giustizia”. Che anche i derubati subiscano violenza, non importa. Nemmeno le/gli viene in mente che possano fregare il portafogli con pochi spicci a un precario, a una “nuova italiana” che fa fatica. Ora dice di essere “vittima di omotransfobia per colpa della mia opinione”. No, è solo un’opinione cretina. Fine del weekend delle seconde linee.
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