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Contro mastro ciliegia

L'inutile reato di Covid

Maurizio Crippa

Dopo tre anni la procura di Bergamo ha chiuso la famosa inchiesta sulla gestione della prima ondata della pandemia. Se sono indagati tutti, la “colpa” dov’è?

Mentre a Milano Bertolaso chiude il Palazzo delle Scintille e spiega che il Covid non è sconfitto, ma scienza e record di vaccinazioni lo hanno messo in ginocchio, la procura di Bergamo dopo tre anni ha chiuso la famosa inchiesta sulla gestione della prima ondata della pandemia. E ancora una volta sorge il dubbio sull’utilità di certe indagini penali, costruite più per dare soddisfazione alla vox populi che per accertare un fatto specifico. A confermare il sospetto, l’indecente ritorno al vecchio circo mediatico-giudiziario, con gli indagati che hanno scoperto di esserlo dalle agenzie. I dubbi per due motivi. Il primo – dispiacerà soprattutto alla sinistra che ha cavalcato il giustizialismo pandemico – è che alla fine sono stati indagati tutti, ma tutti: Giuseppe Conte e Roberto Speranza, Attilio Fontana e Giulio Gallera. E Silvio Brusaferro, Agostino Miozzo, Angelo Borrelli. Il che significa, semplicemente, che nessuno in quei giorni poteva sapere o agire meglio degli altri: la “colpa” dov’è? Il secondo è negli stessi reati contestati: “Epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio”. Dove è soprattutto il primo a puzzare di logica dell’untore, come direbbe Manzoni, il saggio.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"