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contro mastro ciliegia

Kevin Spacey, solito innocente

Maurizio Crippa

Seconda assoluzione per il famoso attore accusato di molestie sessuali. Ora affronterà tre nuovi processi in Gran Bretagna. I media dicono che è "una vittoria di Pirro". Ma un tribunale "non è uno sport di squadra in cui sei dalla parte di Me Too o dall’altra", ha detto il suo avvocato. Servono (persino!) le prove

Tanto è “una vittoria di Pirro”, hanno commentato tutti i media, alcuni con esibito disappunto. Tanto non è finita qui, per l’ex famoso attore caduto nella disgrazia peggiore: le accuse di violenze o molestie sessuali. Negli Stati Uniti se l’è cavata, ma in Gran Bretagna Kevin Spacey è atteso da un altro processo, accusato di violenza sessuale su tre uomini. Si vedrà. Nel frattempo, c’è da dire che le sue vittorie di Pirro in realtà sono già due.

A New York i giurati hanno stabilito che l’allora giovane attore (era il 1986) non ha “toccato una parte sessuale o intima” di Anthony Rapp, quattordicenne. Stesso esito per un’altra causa remota, intentata da un ex cameriere per molestie e finita in niente a Nantucket. I guai di Spacey, che in seguito alle sole denunce ha visto distrutta la sua notevole carriera, erano iniziati tra i primi fuochi del MeToo. Ora il suo avvocato dice: “Questo non è uno sport di squadra in cui sei dalla parte di Me Too o dall’altra. Questo è un posto molto diverso. Il nostro sistema richiede prove, e supporto oggettivo per le accuse fornite a una giuria imparziale”. Per il commentatore legale della CNN, il verdetto dimostra che una giuria può prescindere dal rumore mediatico attorno a una celebrità e valutare solo i fatti documentati. Una vittoria di Pirro alla volta. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"