Ansa

contro mastro ciliegia

Il menscevico Acerbo

Maurizio Crippa

La grottesca vicenda del segretario di Rifondazione comunista che prima minaccia di bastonate Calenda, e poi scende a più miti consigli e propone i riti della vituperata democrazia borgese, è ridicola. Ma fa capire come  l'ideologia violenta dei nostalgici dell'Urss sia ancora in circolazione

La faccenda è tra le più grottesche di questa grottesca campagna elettorale. Al contempo è rappresentativa di come si possa cadere in basso, se dopo 33 anni ancora non riesci ad ammettere che il comunismo è morto, e professi sempre i metodi dell’Armata rossa. Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ora fa l’Unione popolare con De Magistris (il partito che piace pure al Nobel per la Rivoluzione) fa un tweet contro Calenda che suona minaccia: “Francamente chi diffonde bufale del genere merita di essere menato per strada”. Calenda, che come street fighter proprio non riusciamo a immaginarlo, ma un po’ bullo sì, risponde manco fosse un ragazzo de’ borgata: “Fasciocomunista provaci. Non mi sono mai fatto spaventare dalle minacce”. E gli dà l’indirizzo con tanto di civico, “chiama per appuntamento”. E d’un tratto, il nerboruto capataz Acerbo si  trasforma in agnellino, risponde con un tweet moscio moscio come nemmeno un menscevico suonatore di balalaica: “Non mi sottraggo alla sfida che mi ha lanciato @CarloCalenda. Però mi sembra che il luogo più adatto per un duello sia uno studio tv o una piazza”. E la rivoluzione, la presa del Palazzo dei Parioli d’inverno? Non li fanno più gli agenti della Lubjanka di un volta. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"