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contro mastro ciliegia

A chi il Var? A noi!

Maurizio Crippa

Il salutino a braccino corto del fascista riluttante Romano La Russa è più grottesco che minaccioso. La cosa davvero più ridicola è la nota di scuse di Fratelli d'Italia: "Basta verificare il movimento del suo braccio". Da cameratesco orgoglio romano, a una comica chiamata al Var

Il grottesco da campagna elettorale è un pozzo senza fondo, e dopo il caso del menscevico fifone Acerbo ieri è stata la volta del fascista riluttante, il fratello Romano La Russa. Fucilato nella schiena (sia permessa la semicit) da un proditorio video durante l’estremo saluto del camerata Alberto Stabilini (cognato), l’assessore alla Sicurezza in Lombardia è stato ripreso mentre gli toccava rispondere, per onore di firma, al famigerato “presente!” dei funerali duceschi. Tre volte solleva un po’ il braccio, sempre meno convinto, e con meno gagliardia di Berlusconi che ammazza la mosca. Molto poco minaccioso e sarebbe niente di che, non se fossimo nel paese del Berizzi News e dell’arrivano le destre. 

Grottesca agitazione, come sempre quando sono in ballo i simpatici fratelloni La Russa. Ma tant’è, pare che anche ’Gnazio si sia incazzato, con il fratello. Ma più grottesca ancora è parsa la nota moviolistica con cui Fratelli d’Italia ha tentato di mettere una pezza: “Emerge con chiarezza che il movimento del braccio di Romano no ha nulla a che fare col saluto fascista, ma al contrario testimonia il suo invito ai presenti ad astenersi dal saluto. Basta verificare il movimento del suo braccio”. Da cameratesco orgoglio romano, a una romanesca e comica  chiamata al Var. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"