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Contro Mastro Ciliegia
Troppe fesserie sulle "devianze" di Meloni
La leader di Fratelli d'Italia ha usato in modo banale la parola per descrivere una problematica sociale e giovanile. Le reazioni politiche sono state peggiori dell'errore
Devianza è termine della sociologia e anche della clinica e del diritto, coniato oltre mezzo secolo fa (non l’ha inventato il Duce). Utile o sbagliata, giusta o pericolosa, è parola da tempo fuori moda, ditelo a Meloni. Che nel video, anyway, non ha detto che vuole rinchiudere i devianti, o ammazzare le persone Lgbtq+, far ingravidare le femminucce e mandare i maschietti a naja (quella è una fissa di Salvini). Ha usato in modo banale la parola per descrivere una problematica sociale e giovanile. Ha fatto l’esempio dell’Islanda, non dell’Ungheria, ha detto che un programma di attenzione allo sport ha ridotto i tassi di alcolismo, tabagismo, dipendenza da droghe. I cani di Pavlov delle fesserie si sono scatenati (qualche genio ha scritto che Meloni ha definito devianze pure obesità e anoressia, ma è falso). Poi è arrivato l’ineffabile @EnricoLetta e ha twittato: “Io lo penso e lo dico, #VivaLeDevianze”. Non sappiamo se il segretario del Pd sia veramente entusiasta del fatto che i giovani invece di correre verso il futuro come Yeman Crippa si perdano in giro (questo vuol dire deviare, nell’uso corrente) tra sbronze, Nazionali senza filtro e pasticche. Ma sarebbe bizzarro. Letta era forse un gran prof di SciencePo, ma quando passa alla tastiera, rischia davvero la devianza.


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