Ansa Foto

contro mastro ciliegia

Francis Coppola, il matriarca

Maurizio Crippa

Ameremo sempre il grande regista che ci ha donato alcuni dei film patriarcali più belli della storia del cinema, e anche con una quota di machismo cimiteriale. Dunque lo perdoneremo adesso che a Taormina si è esibito in una serie di banalità

Saremo sempre grati a Francis Ford Coppola per averci donato Il Padrino e Rusty il selvaggio, gioiello tombale e su un’età che declinava la pursuit of happiness rigidamente al maschile, nel mito di “Quello con la moto”. Non ritireremo l’ammirazione ora, solo perché premiato a Taormina e adeguatamente intervistato dalla Stampa, si è lanciato in una discettazione sulla superiorità del matriarcato, “dove eravamo tutti in una condizione di parità” (quando e perché non importa sapere). La Stampa ci ha ovviamente fatto titolo, vuoi mettere?

 

Dopo Oliver Stone che denuncia che ormai per un uomo e una donna è “meglio essere sempre in tre”, una tirata matriarcale dal regista della saga più patriarcale della storia, ci sta. “Sono convinto che le donne siano fondamentali, che siano state loro a favorire il progredire dell’umanità, loro che donano la vita e quindi sono loro ad aver capito tutto prima”. Che se lo sentono le post femministe a parlare di “donare la vita”, lo appendono.

 

Ma il grande regista è un creatore di immagini: “Basta pensare alla differenza con cui uomini e donne fanno la pipì. Loro, accovacciate per terra, hanno avuto modo di studiarne la composizione, di scoprire la metallurgia. Gli uomini stanno in piedi, impegnati a guardare la propria ombra”. Oscar.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"