Contro Mastro Ciliegia
La Norvegia e la Nato del calcio. Uff
Al Mondiale invernale e farlocco non ci saremo, e poco male. Ma la filippica di Lise Klaveness, capa della federazione norvegese, che vorrebbe esportare la democrazia nel dorato mondo del pallone, è una bella scemenza
La partita d’inaugurazione del Mundial 2022 sarà Qatar-Equador, dunque per il 21 novembre Netflix e “Don Matteo” possono fare ancora incetta di spettatori, non la guarda nessuno. E per gli italiani sul divano si potrebbe chiudere qui, la lacrimevole faccenda del farlocchissimo mondiale giocato mentre tutto il mondo pensa al Black Friday e ai regali di Natale. Ma lo sceicco lo Khalid Bin Khalifa Al-Thani era molto felice lo stesso, coi portafogli pieni. E poco gliene frega delle filippiche di Lise Klaveness, capa della Federazione norvegese, che pensando di essere a Palazzo di vetro all’ultima assemblea Fifa ha squadernato invettive morali degne di miglior causa contro un torneo in cui “i diritti umani e la democrazia non stavano nella formazione titolare e non lo sono nemmeno adesso”. Ha ricordato i lavoratori morti, molto giusto. Poi ha detto che “non ci deve essere spazio per leader che non permettono il calcio femminile” e non rispettano le persone Lgbtq+. Se la Fifa fosse la Nato, dovrebbe occuparsene, ma non lo è. In ogni caso, la Norvegia è stata eliminata prima di noi, nel calcio conta come il prof Orsini in geopolitica, Haaland è l’attaccante più forte del mondo, ma ha le valigie pronte destinazione il City emiratino. Esportare la democrazia nel calcio, la prossima volta.
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