contro mastro ciliegia
Luigi Di Maio e Elisabetta Belloni nei panni bondiani di Mr. Farnesina e “M”
Per rimediare ai pasticci quirinalizi dei pentastellati, il ministro degli Esteri ha invitato la direttrice dei Servizi segreti a pranzo in un noto ristorante romano
Forse era meglio fare come Judie Dench, insomma come M, che nell’ultimo Bond ha preferito esserci solo in un quadro che s’intravvede al muro, ma dai tempi di Spectre alla visibilità ha detto addio. Del resto se sei M, o meglio se sei “Dis”, cioè la direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, un po’ più di mistero, un po’ più di capacità di sparire dietro a una porta o a un paio d’occhiali lo dovresti esibire. Ma sia detto così, tanto per dire: noi mortali ci stravacchiamo più rilassati davanti al Festival, sapendo che le nostre beneamate spie non le riconosce nessuno.
Certo che non è colpa sua, è l’avvocato che l’ha tirata in ballo al concorso a premi del Quirinale, una cosa che non si fa. Così Di Maio, che è il capo degli Esteri e con la capa dei Servizi dovrebbe parlarci spesso, ma nelle segrete stanze, ha dovuto bocciarla al Colle, e qualche maligno avrà anche pensato che non ne abbia adeguata stima. Così adesso per rimediare l’ha invitata a pranzo con photo opportunity, da Luciano Cucina Italiana. Che forse non è il posto migliore per camuffarsi, lì non sarebbe passata inosservata neanche Judie Dench, ma tanto chiedeva la pace istituzionale. Mr. Farnesina e M si parlano e pranzano pure da “the king of carbonara”. Che tocca fa’, per rimediare ai pasticci di “attenti a quei due”.
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